DICIOTTESIMA GIORNATA: Espanyol-Villarreal 3-0: Tamudo; Valdo; Tamudo.
Bagno di sangue al Montjuic. Espanyol intrattabile, in stato di grazia: come il Real Madrid ha perso finora solo due partite, non conosce sconfitta da 14 incontri e con la vittoria di ieri, clamorosamente netta e su una diretta concorrente per l’ Europa, si è situato in una posizione di classifica da far venire le vertigini.
Un capolavoro costruito da Ernesto Valverde, basato su un eccellente sistema difensivo, su ordine tattico ed ardore agonistico in egual misura e su transizioni offensive micidiali, seconde solo a quelle del Sevilla per rapidità ma forse anche superiori in termini di pura efficacia realizzativa: a differenza dello stereotipo classico della squadra rivelazione, questo Espanyol ricorda le grandi per la spietatezza, gli basta pochissimo per creare un pericolo, e ancora meno per trovare il gol. Un contropiede e ti guasta la festa, per questo risulta tanto indigeribile in trasferta e contro grandi squadre (ha battuto Valencia e Sevilla in casa loro, le ha suonate a Real e Atlético e non ha perso col Barça), con le quali ha maggiori possibilità di attuare il suo letale gioco di rimessa, gioco che ora acquista pure maggiore imprevedibilità col ritorno in pianta stabile, e in grande stile, di De la Peña, le cui visioni potranno tornare assai comode anche contro quelle difese schierate davanti alle quali l’ undici di Valverde è solito fare un po’ più di fatica.
Villarreal sbranato in un quarto d’ora, letteralmente sovrastato sul piano dell’ intensità di gioco e della convinzione, Villarreal comunque troppo brutto per essere vero: in certe partite non basta dare del tu al pallone e vestire questo bel giallo canarino, servono anche concentrazione, fame, cattiveria, aggressività… invece troppe palle perse a centrocampo, troppe sbavature e distrazioni difensive, troppa leggerezza in generale. Nemmeno fischiato l’ inizio, il Villarreal si è visto passare sopra un treno, senza nemmeno riuscire a capacitarsi di ciò che stava accadendo. Subito sotto di due gol, è stata solo una lenta agonia fino al fischio finale. Momento no per la squadra di Pellegrini, che ha accusato un certo calo di condizione nell’ ultimo periodo e che ora vede in pericolo il suo quarto posto, esposto stasera all’ assalto dell’ Atlético.
Espanyol privo del leader difensivo Jarque, Villarreal senza Nihat e Tomasson si affida alla pura tecnica, con Cani, Pires e Mati Fernandez a ridosso dell’ unica punta (che non è) Rossi. E’ la tanto attesa prima da titolare in campionato per Mavuba (nello sfacelo generale proverà a battersi), preferito al geometra Bruno.
In teoria è un bellissimo confronto di stili, il futbol de toque di Pellegrini contro il calcio diretto e verticale di Valverde, ma in realtà sin dalle prime battute capiamo che il confronto, almeno per ieri sera, non si pone nemmeno: già al 9’ l’ Espanyol affonda pesantemente i colpi. De la Peña orchestra a centrocampo, appoggia su Tamudo, c’è un malinteso generale nella difesa amarilla, Fuentes esce avventatamente, gli altri restano fermi, si apre una voragine al centro e per Tamudo è un gioco da ragazzi chiedere triangolo a Luis Garcia e filare dritto in gol.
L’ Espanyol non dà tregua all’ avversario e appena quattro minuti più tardi raddoppia: magistrale punizione di Luis Garcia sulla traversa, e sulla respinta Valdo ha un riflesso geniale, inventandosi una sorta di mezzo scorpione (per chi si ricorda il famoso gesto atletico di Higuita a Wembley o il gol di Coridon del Psg qualche Champions fa) che si insacca in rete fra gli applausi del pubblico sempre un po’ esiguo del Montjuic (ci sono stato, visto da fuori è uno stadio elegante, molto bello architettonicamente, ma dentro è effettivamente molto triste, freddo e con la pista d’ atletica ad impedire la trasmissione d’ energia dagli spalti al campo).
L’ Espanyol sembra indemoniato, le gambe girano a mille, l’ avversario viene polverizzato a centrocampo, i padroni di casa rubano palla con facilità irrisoria e in due-tre passaggi massimo verticalizzano portandosi dalle parti di Viera. Il Villarreal viene preso allo scoperto, i terzini (soprattutto Angel) abbandonano spesso la loro posizione per sostenere l’ attacco, e fra difesa e centrocampo c’è una prateria che non può non ingolosire De la Peña, senza contare che la difesa di Pellegrini non ci capisce proprio nulla, non sa come prendere le misure a Tamudo e assiste impotente agli inserimenti in appoggio di Luis Garcia.
Comunque, passati i 20 minuti di fuoco iniziali, l’ Espanyol logicamente rifiata, e gli ospiti hanno l’ opportunità
di riorganizzare la loro manovra a centrocampo: Senna e i trequartisti vedono un po’ cosa si può fare (pochino), ma è solo una parentesi prima che il rock ‘n roll espanyolista torni a sconquassare ogni cosa. Ancora una volta imperdonabile la leggerezza difensiva del Villarreal: calcio d’ angolo al 36’, Capdevila e Pires troppo mansueti sul primo palo, Valdo anticipa e prolunga, Cani tiene in gioco Tamudo che, controllato a vista (molto a vista) sul secondo palo da Angel, appoggia in rete di testa.
Il secondo tempo è assolutamente inutile, il Villarreal prova a mostrare un po’ di buona volontà e a manovrare, ma giocando per altri tre giorni non si scalfirebbe nemmeno una minima parte della fiducia e dell’ organizzazione di cui l’ Espanyol si fa forte in questo momento. Pellegrini prova con la quarta mezzapunta, Cazorla, arretrando Cani vicino a Mavuba, ma l’ unico risultato è una stupenda quanto sfortunata punizione di Rossi sul palo, mentre l’ Espanyol segnerebbe anche il 4-0 regolare se l’ arbitro si accorgesse che Fuentes in realtà respinge la conclusione di Tamudo quando il pallone è già entrato completamente.
I MIGLIORI: Tamudo! Decimo gol, Pichichi assieme a Luis Fabiano in attesa del superderby sivigliano di stasera, 123esimo totale nella Liga… non è un giocatore che incanti dal punto di vista tecnico o atletico, ma, come per Raul, i suoi movimenti senza palla andrebbero mostrati nelle scuole calcio. Per le difese avversarie è una rottura di scatole inenarrabile: appoggia, si smarca, si nasconde e riappare, individua sempre lo spazio dove può fare più male e fiuta il gol come un cane da tartufo.
Da Oscar il gol di Valdo, al solito eccellente Luis Garcia, torna a pieno regime la coppia Moisés- De la Peña determinante l’ anno scorso: “Lo Pelat” torna a fornire quel salto d’ immaginazione che rende ancora più pericoloso il potenziale offensivo dell’ Espanyol.
In casa Villarreal, Rossi è uno dei pochi a salvarsi: sempre una gioia per gli occhi, peccato il palo su punizione.
I PEGGIORI: I primi 20 minuti di Fuentes sono catastrofici, non sa proprio cosa fare con Tamudo, o fa fallo oppure gli scappa. Senna divorato dal centrocampo dell’ Espanyol, Pires senza cambio di ritmo e senza idee rilevanti.
Espanyol (4-4-1-1): Kameni 6; Zabaleta 6,5, Torrejón 6,5, Lacruz 6,5, David 6,5; Valdo 7, Moisés 6,5, De la Peña 7, Riera 6,5 (59'); L.García 7 (72'); Tamudo 8 (83').
In panchina: Lafuente, Coro s.v. (83'), Lola s.v. (72'), Ángel, Jonathan, Clemente, Moha s.v. (59').
Villarreal (4-2-3-1): Viera 6; Ángel 5, Fuentes 4,5, Godin 5,5, Capdevila 5,5; Senna 5 (65'), Mavuba 6; Cani 5,5, Pires 5, Mati Fernandez 5,5; Rossi 6,5.
In panchina: Diego López, Josemi, Cygan, Bruno, Venta, Cazorla 6 (65'), Franco.
Goles: 1-0 (9'): Tamudo define una pared con Luis García. 2-0 (13'): Valdo remata acrobáticamente un rechace. 3-0 (36'): Tamudo remata de cabeza el servicio de un córner.
Árbitro: Daudén Ibáñez, Colegio Aragonés. Amonestó a Cani (43'), De la Peña (46') y Capdevila (66').
Incidencias: Estadi Olímpic. 14.100 espectadores. La segunda peor entrada de la temporada. La Cabalgata pasó factura en este gran partido.
Un capolavoro costruito da Ernesto Valverde, basato su un eccellente sistema difensivo, su ordine tattico ed ardore agonistico in egual misura e su transizioni offensive micidiali, seconde solo a quelle del Sevilla per rapidità ma forse anche superiori in termini di pura efficacia realizzativa: a differenza dello stereotipo classico della squadra rivelazione, questo Espanyol ricorda le grandi per la spietatezza, gli basta pochissimo per creare un pericolo, e ancora meno per trovare il gol. Un contropiede e ti guasta la festa, per questo risulta tanto indigeribile in trasferta e contro grandi squadre (ha battuto Valencia e Sevilla in casa loro, le ha suonate a Real e Atlético e non ha perso col Barça), con le quali ha maggiori possibilità di attuare il suo letale gioco di rimessa, gioco che ora acquista pure maggiore imprevedibilità col ritorno in pianta stabile, e in grande stile, di De la Peña, le cui visioni potranno tornare assai comode anche contro quelle difese schierate davanti alle quali l’ undici di Valverde è solito fare un po’ più di fatica.
Villarreal sbranato in un quarto d’ora, letteralmente sovrastato sul piano dell’ intensità di gioco e della convinzione, Villarreal comunque troppo brutto per essere vero: in certe partite non basta dare del tu al pallone e vestire questo bel giallo canarino, servono anche concentrazione, fame, cattiveria, aggressività… invece troppe palle perse a centrocampo, troppe sbavature e distrazioni difensive, troppa leggerezza in generale. Nemmeno fischiato l’ inizio, il Villarreal si è visto passare sopra un treno, senza nemmeno riuscire a capacitarsi di ciò che stava accadendo. Subito sotto di due gol, è stata solo una lenta agonia fino al fischio finale. Momento no per la squadra di Pellegrini, che ha accusato un certo calo di condizione nell’ ultimo periodo e che ora vede in pericolo il suo quarto posto, esposto stasera all’ assalto dell’ Atlético.
Espanyol privo del leader difensivo Jarque, Villarreal senza Nihat e Tomasson si affida alla pura tecnica, con Cani, Pires e Mati Fernandez a ridosso dell’ unica punta (che non è) Rossi. E’ la tanto attesa prima da titolare in campionato per Mavuba (nello sfacelo generale proverà a battersi), preferito al geometra Bruno.
In teoria è un bellissimo confronto di stili, il futbol de toque di Pellegrini contro il calcio diretto e verticale di Valverde, ma in realtà sin dalle prime battute capiamo che il confronto, almeno per ieri sera, non si pone nemmeno: già al 9’ l’ Espanyol affonda pesantemente i colpi. De la Peña orchestra a centrocampo, appoggia su Tamudo, c’è un malinteso generale nella difesa amarilla, Fuentes esce avventatamente, gli altri restano fermi, si apre una voragine al centro e per Tamudo è un gioco da ragazzi chiedere triangolo a Luis Garcia e filare dritto in gol.
L’ Espanyol non dà tregua all’ avversario e appena quattro minuti più tardi raddoppia: magistrale punizione di Luis Garcia sulla traversa, e sulla respinta Valdo ha un riflesso geniale, inventandosi una sorta di mezzo scorpione (per chi si ricorda il famoso gesto atletico di Higuita a Wembley o il gol di Coridon del Psg qualche Champions fa) che si insacca in rete fra gli applausi del pubblico sempre un po’ esiguo del Montjuic (ci sono stato, visto da fuori è uno stadio elegante, molto bello architettonicamente, ma dentro è effettivamente molto triste, freddo e con la pista d’ atletica ad impedire la trasmissione d’ energia dagli spalti al campo).
L’ Espanyol sembra indemoniato, le gambe girano a mille, l’ avversario viene polverizzato a centrocampo, i padroni di casa rubano palla con facilità irrisoria e in due-tre passaggi massimo verticalizzano portandosi dalle parti di Viera. Il Villarreal viene preso allo scoperto, i terzini (soprattutto Angel) abbandonano spesso la loro posizione per sostenere l’ attacco, e fra difesa e centrocampo c’è una prateria che non può non ingolosire De la Peña, senza contare che la difesa di Pellegrini non ci capisce proprio nulla, non sa come prendere le misure a Tamudo e assiste impotente agli inserimenti in appoggio di Luis Garcia.
Comunque, passati i 20 minuti di fuoco iniziali, l’ Espanyol logicamente rifiata, e gli ospiti hanno l’ opportunità
di riorganizzare la loro manovra a centrocampo: Senna e i trequartisti vedono un po’ cosa si può fare (pochino), ma è solo una parentesi prima che il rock ‘n roll espanyolista torni a sconquassare ogni cosa. Ancora una volta imperdonabile la leggerezza difensiva del Villarreal: calcio d’ angolo al 36’, Capdevila e Pires troppo mansueti sul primo palo, Valdo anticipa e prolunga, Cani tiene in gioco Tamudo che, controllato a vista (molto a vista) sul secondo palo da Angel, appoggia in rete di testa.
Il secondo tempo è assolutamente inutile, il Villarreal prova a mostrare un po’ di buona volontà e a manovrare, ma giocando per altri tre giorni non si scalfirebbe nemmeno una minima parte della fiducia e dell’ organizzazione di cui l’ Espanyol si fa forte in questo momento. Pellegrini prova con la quarta mezzapunta, Cazorla, arretrando Cani vicino a Mavuba, ma l’ unico risultato è una stupenda quanto sfortunata punizione di Rossi sul palo, mentre l’ Espanyol segnerebbe anche il 4-0 regolare se l’ arbitro si accorgesse che Fuentes in realtà respinge la conclusione di Tamudo quando il pallone è già entrato completamente.
I MIGLIORI: Tamudo! Decimo gol, Pichichi assieme a Luis Fabiano in attesa del superderby sivigliano di stasera, 123esimo totale nella Liga… non è un giocatore che incanti dal punto di vista tecnico o atletico, ma, come per Raul, i suoi movimenti senza palla andrebbero mostrati nelle scuole calcio. Per le difese avversarie è una rottura di scatole inenarrabile: appoggia, si smarca, si nasconde e riappare, individua sempre lo spazio dove può fare più male e fiuta il gol come un cane da tartufo.
Da Oscar il gol di Valdo, al solito eccellente Luis Garcia, torna a pieno regime la coppia Moisés- De la Peña determinante l’ anno scorso: “Lo Pelat” torna a fornire quel salto d’ immaginazione che rende ancora più pericoloso il potenziale offensivo dell’ Espanyol.
In casa Villarreal, Rossi è uno dei pochi a salvarsi: sempre una gioia per gli occhi, peccato il palo su punizione.
I PEGGIORI: I primi 20 minuti di Fuentes sono catastrofici, non sa proprio cosa fare con Tamudo, o fa fallo oppure gli scappa. Senna divorato dal centrocampo dell’ Espanyol, Pires senza cambio di ritmo e senza idee rilevanti.
Espanyol (4-4-1-1): Kameni 6; Zabaleta 6,5, Torrejón 6,5, Lacruz 6,5, David 6,5; Valdo 7, Moisés 6,5, De la Peña 7, Riera 6,5 (59'); L.García 7 (72'); Tamudo 8 (83').
In panchina: Lafuente, Coro s.v. (83'), Lola s.v. (72'), Ángel, Jonathan, Clemente, Moha s.v. (59').
Villarreal (4-2-3-1): Viera 6; Ángel 5, Fuentes 4,5, Godin 5,5, Capdevila 5,5; Senna 5 (65'), Mavuba 6; Cani 5,5, Pires 5, Mati Fernandez 5,5; Rossi 6,5.
In panchina: Diego López, Josemi, Cygan, Bruno, Venta, Cazorla 6 (65'), Franco.
Goles: 1-0 (9'): Tamudo define una pared con Luis García. 2-0 (13'): Valdo remata acrobáticamente un rechace. 3-0 (36'): Tamudo remata de cabeza el servicio de un córner.
Árbitro: Daudén Ibáñez, Colegio Aragonés. Amonestó a Cani (43'), De la Peña (46') y Capdevila (66').
Incidencias: Estadi Olímpic. 14.100 espectadores. La segunda peor entrada de la temporada. La Cabalgata pasó factura en este gran partido.
Etichette: Espanyol, Liga, Villarreal
2 Comments:
Ciao Vale, ieri ho seguito la partita e sono rimasto molto impressionato da Tamudo - che mi sta simpatico da sempre - su cui scriverò l'articolo per la rubrica dedicata ai protagonisti sulla settimana su SportBeat, e volevo chiederti se potevi buttar giù due righe sull'ottimo momento di forma dell'Espanyol. Se ti va di farlo, contattami via e-mail. ;)
GRandissimo Espanyol, anche io ho visto la partita e, con tutto il cuore, spero che abbia fatto altrettanto Advocaat: lo Zenit è una squadra con caratteristiche più simili a quelle del Villareal piuttosto che a quelle dell'Espanyol, però è una chiara dimostrazione di come si possono battere i sottomarini gialli. La parola magica è "pressing" continuo ed alto, ieri gli uomini di Pellegrini sono andati in crisi, non riuscendo a macinare gioco come al loro solito.
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