Il punto sul calciomercato.
Il post è volutamente il più lungo mai scritto, in modo da poter approfondire tutto il possibile in un solo articolo, e anche abbastanza faticoso da preparare (le notizie che si rincorrono mi hanno costretto più volte a riscriverlo). Chiedo scusa se alcune notizie o considerazioni possano essere state già scavalcate da alcune novità delle ultime ore. Tengo a precisare che in questo post non solo ricapitolo le mosse effettuate dalle società o quelle comunque in procinto di essere effettuate, ma esprimo anche considerazioni e preferenze personali che possono anche non avere alcuna attinenza con i piani reali dei club.
In questa tabella tutte le operazioni (ci sono però degli errori, come purtroppo capita spesso su "Marca")
Almería
Il fenomeno-Emery è partito (al suo posto quel Gonzalo Arconada che ha portato il Numancia a una promozione in scioltezza e che ora avrà l’ opportunità di rifarsi anche in Primera dopo la breve infelice parentesi a stagione in corso nella Real Sociedad 2005-2006), però le intenzioni dell’Almería e del suo presidente Alfonso García rimangono chiare: delle piccole del calcio spagnolo, gli andalusi son quelli più ambiziosi e disposti ad investire, con l’ obiettivo a medio termine di diventare una realtà solida della Liga quanto meno a metà classifica. Molto attivi sul mercato, e già il primo acquisto parla chiaro: Pablo Piatti è uno dei più reclamizzati talenti sudamericani, mancino esterno o seconda punta (bisognerà vedere se giocherà assieme o competerà per lo stesso posto con Crusat) con l’ unica incognita del fisico esile, e per il resto la rosa è assai coperta, con due o anche tre giocatori per ruolo: a Pulido, Carlos García e Acasiete si aggiungono al centro della difesa l’ argentino ex-Velez Sarsfield Hernán Pellerano e il 21enne Chico, centrale di cui si parla molto bene dopo l’ ultima mezza stagione al Barça B di Guardiola in prestito dal Cádiz (e i blaugrana avevano anche intenzione di confermarlo per la loro squadra filiale); Julio Álvarez era il principale creatore di gioco nel Numancia, e Arconada ha deciso di portarlo con sé; Nieto, buon esterno destro del Real Madrid Castilla, aggiunge vivacità alla mera quantità di Juanma Ortíz; Esteban Solari, fratellino dell’ Indiecito Santiago, se funzionerà come in Messico (25 gol nell’ ultimo campionato coi Pumas) renderà un po’ meno Negredo-dipendente l’ attacco di questa squadra; Esteban invece è un ricambio d’ esperienza per il talentuosissimo portiere titolare Diego Alves; il terzino destro brasiliano Michel infine si aggiunge al Guilherme acquistato a Gennaio scorso per la fascia sinistra nella categoria degli investimenti a lungo termine.
Insomma, l’ unica cosa impossibile da sostituire era la completezza dello straordinario Felipe Melo della stagione passata, per il resto una rosa sostanziosa nella quale figura pure qualche giocatore in esubero (probabili le partenze di Uche e Natalio in attacco).
Athletic Bilbao
Mercato ridotto all’ osso (con la mezzapunta Toquero dal Sestao River si cerca magari un Koikili-bis, sempre che la scelta finale non sia un prestito all’ Eibar; Del Olmo, brillante protagonista in Segunda con l’ Eibar, è un’ alternativa in più per la fascia sinistra del centrocampo; Iñigo Vélez, prelevato dal Murcia, può essere un valido gregario nel ruolo di quarta punta), per il ristretto bacino di mercato tradizionalmente autoimposto, ma anche perché tutto sommato l’ organico è già pronto, collaudato e sostanzialmente completo, forse quello già meglio definito della Liga: tornando del tutto disponibile Gurpegi si riacquista un jolly validissimo fra difesa e centrocampo (dove anche Orbaiz può svolgere la pretemporada alla pari con gli altri), per il resto mancano solo un rimpiazzo al partente Del Horno (alla fine del deludentissimo prestito dal Valencia), e forse anche una riserva per Iraola sulla destra della difesa. Non è detto comunque che tali alternative non possano venire direttamente dalla cantera, magari dai sei ragazzini che Caparros ha aggregato alla prima squadra per la pretemporada, con la seria intenzione di lanciarne qualcuno anche quest’ anno (si fanno i nomi soprattutto del mediano Iturraspe e del terzino sinistro Agüeros), com’è abitudine sua di allenatore e com’è tradizione nell’ Athletic.
Se ne vanno un po’ mestamente invece Dani Aranzubia (che cercherà di raddrizzare la propria carriera al Deportivo), Tiko e Luis Prieto (Valladolid), definitivamente non più utili dopo anni di discreto protagonismo, oltre a David Cuéllar (Murcia), la cui inutilità invece era già palese al momento dell’ acquisto la scorsa estate. Decisamente più mesta è invece la notizia dell’ accordo di sponsorizzazione con la Petronor: una scritta pubblicitaria macchierà dopo 110 anni la maglia di questo glorioso e unico (ora un po’ meno) club.
Atlético Madrid
Acquisti mirati soprattutto a sanare le debolezze più evidenti la scorsa stagione, in difesa e a centrocampo. Ujfalusi mi pare usato più che sicuro, mentre Heitinga è un’ operazione di maggior fascino ma anche più rischiosa: l’ olandese confermerà la crescita dell’ ultimo anno oppure nella squadra incompiuta per eccellenza rimarrà tale anche lui? Sarebbe importante un buon rendimento da parte sua, anche per le sue capacità nell’ impostare il gioco dalla difesa, assenti nell’ ultimo Atlético.
Il centrocampo necessitava di riferimenti saldi dopo la paurosa instabilità e improvvisazione dell’ anno passato, e Paulo Assunçao sembra fare al caso: il “pivote” di ruolo davanti alla difesa che mancava, un elemento di notevole esperienza (come Coupet fra i pali) e senso tattico, particolarmente tagliato per il 4-3-1-2 che sembra avere in mente Aguirre, il Makelele della situazione che permetterà a Raúl García di fungere da Lampard, con maggiore libertà nelle incursioni e nella creazione del gioco. Se però Aguirre vuole davvero riservarsi il 4-3-1-2 come credibile alternativa tattica al 4-4-2 delle ultime due stagioni, mancano ancora due pedine: un’ altra mezzala (magari sul centro-destra, in concorrenza con Maxi Rodríguez, visto che Cléber Santana e Maniche, per motivi diversi, non mi sembrano più credibili) che faccia coppia con Raúl García (e qui il nome più volte ripetuto di Lucho González sarebbe davvero l’ ideale), e poi questo benedetto “enganche”, per dirla all’ argentina, che illumini la trequarti.
È questo un punto dolente dell’ Atlético, che nelle ultime stagioni ha sempre sbalordito per la difficoltà nel far fluire la manovra e creare collegamenti fra centrocampo e attacco: a questo proposito si è tornato a fare il nome di Riquelme (che non può suonare in altro modo che come un’ ammissione di colpa, visto che esattamente un’ estate fa il club colchonero aveva in pugno l’ argentino, e proprio Aguirre rifiutò l’ acquisto negli ultimi giorni di mercato per timore di dover stravolgere la squadra e ridisegnarla tutta attorno a Roman… senza contare la “valorizzazione” di Jurado in queste ultime due annate), nome sfumato negli ultimi giorni e superato da quelli di Van der Vaart, Diego e Silva, per il quale bisogna ancora saggiare le reali intenzioni di vendita del Valencia ma che a mio avviso costituirebbe forse la migliore opzione, la meno ingombrante e la più versatile tatticamente, offrendo il canario la possibilità di variare in corsa dal 4-4-2 al 4-3-1-2 con i suoi spostamenti fra gli esterni e il centro della trequarti. L’ acquisto del trequartista è inteso come la ciliegina sulla torta della campagna acquisti, e dovrebbe comunque avvenire dopo i preliminari di Champions, in caso di qualificazione.
In attacco partito Mista si è optato per Sinama Pongolle come ricambio, scelta che non mi trova molto d’ accordo. Dietro il Kun e Forlán, avrei optato per diversificare maggiormente le opzioni offensive con l’ acquisto di un uomo d’ area, un ariete più classico, e non un contropiedista nemmeno troppo prolifico come il pur buon giocatore francese. Infine, mi pare manchi qualità sia difensiva che offensiva nel parco-terzini, aspetto che peraltro dovrebbe rivestire un’ importanza ancora maggiore in caso di passaggio al 4-3-1-2.
Barcelona
Passata la bufera societaria, con Laporta uscito vittorioso ma decisamente malconcio dalla mozione di sfiducia, (che non ha raggiunto il quorum sufficiente per far valere la maggioranza di voti sfavorevoli al presidente blaugrana), con otto membri della Giunta dimissionari, si è tornati a concentrarsi su una pianificazione che ha mantenuto un suo filo logico, seppure con molti punti discutibili, durante tutta l’ estate.
La parola d’ ordine è stata “voltare pagina”, rinnovare la rosa, restituirle brillantezza e motivazioni con l’ intento, dichiarato apertamente alla stampa, di liberarla da quelle figure di enorme talento ma a quanto pare ritenute ormai ingombranti. Se per Deco si è trattato di un addio ampiamente previsto e del tutto consensuale (però 10 milioni sono una svendita più che una vendita), se la cessione di Ronaldinho era del tutto inevitabile, la vera assurdità è costituita dalla liquidazione di Eto’o, assurda se si guarda a pure motivazioni tecniche. Dev’ esserci dietro qualchosa di estraneo al rettangolo verde, se si pensa che giocatori importanti come Messi, Xavi, Iniesta e Yaya Touré si sono pronunciati espressamente perché il camerunese rimanga e se si pensa anche che il tempo prima dei preliminari di Champions stringe ed affrontare questi con una coppia Henry-Bojan (aggiungendo pure una eventuale partenza di Messi per le Olimpiadi, questione ancora in sospeso) al momento darebbe garanzie piuttosto scarse. Difatti, di fronte anche alla difficoltà di reperimento rapido sul mercato di un attaccante di livello simile a quello del camerunese, Laporta ha cominciato a parlare di decisione “non irreversibile”, spinto anche da ciò che hanno detto le prime due amichevoli in terra scozzese (la cosa buffa è che Eto’o sia arrivato a questa pretemporada avendo pure qualcosa da dimostrare…).
La principale considerazione da fare sulla campagna acquisti del Barça è che di repliche di Deco e Ronaldinho non se ne vedono in giro, per cui un calo qualitativo è inevitabile, anche se questo potrebbe avere il positivo effetto collaterale di un lavoro incentrato più sulla solidità del collettivo che sulle individualità.
Fatta questa premessa, il disegno del nuovo Barça è abbastanza chiaro, anche se tuttora incompleto e con alcune mosse criticabili. La parte più convincente è il centrocampo, cui si cerca di restituire quel vigore e quell’ intensità palesemente assenti nelle ultime due stagioni: particolarmente condivisibile l’ acquisto di Keita, che, rimanendo insostituibile il miglior Deco, fonde in un giocatore solo la tipologia dell’ animale da pressing alla Davids e quella dell’ incursore alla Van Bommel; come alternativa al maliano, ma con qualità e movimenti più da trequartista, Aleksandr Hleb (personalmente era ancor più preferibile il sanpaolino Hernanes, meno atletico ma con tempi e visione di gioco migliori).
In difesa le spese son state eccessive, ma la cessione di Oleguer all’ Ajax (ottima operazione) e il prestito del neo-acquisto Henrique al Bayer Leverkusen perlomeno evitano il preannunciato sovraffollamento del parco-centrali, e configurano un reparto completo, dove ai due centrali aggressivi, bravi nell’ anticipo e nella marcatura stretta (Puyol e Milito) si aggiunge un Márquez non più solo nelle mansioni di regista difensivo con l’ arrivo di Piqué: fondamentale sarà come è sempre stato per il Barça trovare buone e praticabili linee di passaggio, e il ritorno del canterano offre un' altra importante opzione per organizzare la manovra con criterio sin dalla difesa. Jolly della difesa sarà invece Cáceres, diamante grezzo (costato troppo, 16 milioni che potrà valere solo fra un anno o due) che dovrebbe essere impiegato non solo al centro ma anche per rattoppare le fasce se necessario.
Ecco, le fasce: a una corsia destra già delineata e dal potenziale offensivo enorme (avevo espresso dubbi sulla compatibilità di Alves con Messi, ma nelle prime uscite i due hanno evidenziato già una grande sintonia), nella quale però va ricordato che sia Alves che Messi non hanno sostituti credibili (ogni volta fra Eto’o, Henry e Bojan fanno la conta per decidere a chi tocca spostarsi su quella fascia), fa da contraltare una fascia sinistra che ad oggi, 29 Agosto 2008, non ha la minima profondità. Abidal arriva a destinazione ma storpia i cross, Sylvinho potrà giocare metà delle partite se va bene, e la posizione lasciata da Ronaldinho in attacco resta vacante: con poca possibilità di sfondamento da parte dei terzini, la soluzione consigliata sarebbe l’ acquisto di un’ ala o comunque di uno Giuly mancino che allarghi il campo e attacchi lo spazio, piuttosto che una replica della tipologia di Dinho (già presente in rosa, nel caso di Iniesta avanzato nel tridente, oppure soltanto ambita, il caso di Arshavin). Di certo non nomi che si son sentiti in maniera ricorrente come quelli di Silva e Thiago Neves, mancini che dalla fascia partono soltanto per accentrarsi e cercare la rifinitura (Silva) o la finalizzazione (Thiago Neves, uno alla Rivaldo).
Betis
Il mercato sembra esserci, ci sarà anche un piano e la pazienza per portarlo a termine senza abbandonarsi anche quest’ anno all’ improvvisazione e ai rimedi in corsa?
Paco Chaparro ha finalmente la sua chance, se la meritava, può forgiare la “sua” squadra, e la cosa potrebbe venire anche bene con un giocatore di spessore indiscutibile come Mehmet Aurelio, il quel potrebbe fornire finalmente il riferimento indispensabile davanti alla difesa dopo i fallimentari tentativi con Vogel e Somoza. Il frizzante Sisi alzerà il livello sulla destra rispetto al sopravvalutato Odonkor (che comunque, dopo le voci di cessione, rimarrà, con il suo ritorno dall’ infortunio riportato agli Europei previsto per Dicembre), Emana è un giocatore dal ruolo un po’ indefinito ma che potrà apportare spunti di grande brillantezza atletica: può partire dalla trequarti ma non è un rifinitore, può partire dagli esterni ma non è un uomo di fascia, lo definirei un “agitatore” del centrocampo, impiegabile al meglio come mezzala in un centrocampo a tre o al centro della trequarti in un 4-2-3-1, in ogni caso con ampia libertà di movimento. Per completare una rosa che già possedeva mezzi superiori rispetto ai miserrimi risultati degli ultimi due anni, si lavora ufficialmente per un terzino destro (vicino Chretien del Nancy), mentre a mio avviso non guasterebbero né un altro difensore centrale (posizione tutt’ altro che sicura nell’ ultimo biennio) né un altro attaccante di garantita prolificità che possa far sentire meno solo Pavone nel compito, acquisto pubblicamente richiesto da Chaparro.
Deportivo
Mercato oculato per l’ unica squadra già impegnata in competizioni ufficiali (l’ Intertoto è partita col piede giusto, qualificazione ai preliminari di Uefa ottenuta contro gli israeliani dell’ Hapoel Bnei Sakhnin). L’ obiettivo prioritario era rimpinguare l’ attacco, l’ anno scorso debolissimo a parte il ruolino accettabile del generoso Xisco: Mista e Omar Bravo i rinforzi scelti. Il messicano è una zanzara svelta e pungente negli ultimi metri, anche se non aliena a qualche erroraccio sotto porta, Mista ad oggi è un enigma: da giocatore sopravvalutato ai tempi del Valencia-macchina di Benitez è passato ad essere un giocatore sottovalutato fino alla totale emarginazione nel biennio dell’ Atlético, e compito di Lotina sarà ricostruirne da capo la credibilità.
In porta Aranzubia dall’ Athletic cercherà di invertire un declino prematuro e al tempo stesso potrebbe permettere di risolvere nella maniera più drastica lo scontro Munua-Auoate trascinatosi dall’ anno scorso; Zé Castro lavorerà per accrescere la propria ridotta consistenza difensiva alle spalle del terzetto Lopo-Pablo Amo-Coloccini (ma le ultime danno Coloccini vicinissimo a una cessione in Inghilterra, realtà vista con terrore da Lotina che considera l’ argentino un giocatore-chiave, ma una realtà salutare per le casse societarie).
Ancora due posizioni da coprire: la fascia destra del centrocampo, orfana (fine prestito) del positivo Wilhelmsson della seconda metà di stagione scorsa, e la cabina di regia, che non ha proprietario in una mediana prevalentemente di cursori (sebbene Sergio, persa l’ intensità degli anni migliori, si dia un po’ di arie da regista): qui le notizie sono ottime, visto che il Depor pare avvantaggiato nella corsa al prestito dal Real Madrid di Daniel Parejo, uno dei più promettenti talenti spagnoli. Il miglior acquisto possibile comunque sarebbe indiscutibilmente il pieno recupero di quel sublime artista che è Juan Carlos Valerón, titolare e promosso con buoni voti nelle due sfide di Intertoto (al ritorno ha segnato pure il gol decisivo).
Espanyol
Non si naviga nell’ oro a Montjuic, le possibilità d’ investimento sono limitate e si spera tutt’ al più di trattenere i vari gioielli di casa, i Luis García su tutti. La novità più grande è il cambio in panchina (peccato quest’ addio un po’ freddino con Valverde: il girone di ritorno vergognoso della scorsa Liga ha un po’ annebbiato le cose buonissime viste sotto il suo mandato, indimenticabile cavalcata di Uefa 2006-2007 compresa): non potendosi permetteriemaghi, profeti e Special One, si è optato per l’ uomo di casa, forgiato nella guida delle squadre giovanili, Bartolomé “Tintín” Márquez, il quale ha in mente il passaggio al 4-3-3 e un gioco più basato sul possesso-palla rispetto a quello di Valverde (ma, se ci fate caso, tutti in estate parlano di gioco propositivo e compagnia bella).
Si è acquistato quello che si poteva: sulla fascia sinistra della difesa, il deludente Clemente Rodríguez viene rimpiazzato dal francese Grégory Beranger, messosi in evidenza nel neopromosso Numancia, mentre l’ “organizzatore” (alternativo o complementare a De la Peña, bisognerà vedere) richiesto da Márquez è l’ argentino Román Martínez del Tigre, giunto con buone referenze. Infine, sempre dall’ Argentina, Cristian Álvarez dovrebbe fare il secondo di Kameni fra i pali, mentre José Callejon, 21enne prelevato dalla cantera madridista (capocannoniere dell’ ultima Segunda B, già convocato nell’ Under 21), dovrebbe fungere da rimpiazzo per Tamudo, possedendo simili caratteristiche di opportunista.
Getafe
Una delle campagne acquisti più interessanti, non smentisce la propria tradizione la società presieduta da Ángel Torres, che parla del “miglior organico della storia del club”. Il cambio in panchina ha portato Víctor Muñoz, legato a un 4-4-2 più rigido e attento agli equilibri difensivi rispetto a quello arioso e movimentato di Laudrup. In campo, si investe ancora una volta sulla valorizzazione del talento giovane, associato agli elementi di esperienza già presenti in rosa (Casquero, Belenguer, Contra, Abbondanzieri, Cata Diaz): sugli esterni un arsenale temibilissimo, col promettentissimo Guerron a destra, campione del Sudamerica con la LDU Quito (esterno-ala dalle doti di corsa quasi soprannaturali, punta sempre l’ uomo, spesso gli va via, ma deve anche imparare a essere più concreto e giochicchiare meno) e il confermato (cessione defintiva dal Valencia) Gavilán a sinistra, talento da un po’ troppo tempo in attesa dell’ esplosione definitiva, il quale avrà come concorrente Adrián González, figlio di Michel, promessa personalmente mai troppo convincente. Partirà probabilmente dall’ esterno, ma con tutt’ altre mansioni, Esteban Granero, il cui acquisto definitivo dal Real Madrid rappresenta forse il vero colpo della campagna acquisti, uno dei migliori talenti spagnoli che potrà proseguire la sua crescita in un ambiente nel quale si trova a meraviglia.
Il sostituto di De la Red sarà invece Eugen Polanski, talento tedesco dalle buonissime referenze, mentre in difesa Rafa, buon esordiente l’ anno scorso al Valladolid, va a rimpolpare il settore centrale (l’ anno scorso spesso sguarnito dagli infortuni) assieme al turco Kas.
A tutto questo manca ancora un centravanti di buone garanzie, visto lo scarsissimo impatto di Kepa l’ anno scorso e le caratteristiche di attaccanti di movimento più che di finalizzatori dei vari Uche, Manu e Albin: il nome ricorrente, sul punto di trovare un concreto sbocco, è quello del madridista Soldado.
Málaga
Sperando che non si riveli triste e squallida come quella del film di Verdone, la campagna acquisti del Málaga sembra una rimpatriata fra vecchi compagni di scuola. Torna Antonio Tapia in panchina, tornano Manolo Gaspar e Nacho, torna nella sua città natale Fernando. Nomi di casa ma che sinceramente non fanno fare i salti di gioia, si tratta di giocatori di livello medio-basso e in alcuni casi, come quello di Fernando (e Miguel Ángel, nel casop arrivasse), di giocatori arrugginiti il cui miglior livello è ormai distante anni.
Completano la campagna acquisti José Juan Luque (altro ex, ben conosciuto da Tapia, che lo ha avuto ai suoi ordini nell’ ultima sfortunata stagione al Granada 74, retrocesso in Segunda B), che farà concorrenza a Nacho sulla fascia sinistra del centrocampo e Lolo, canterano del Sevilla utilizzabile sia da difensore centrale che da centrocampista difensivo.
Importante aver mantenuto la linea difensiva della promozione (Jesús Gámez-Hélder Rosario-Weligton-Rossato), cui è stato aggiunto Cuadrado (dal Murcia, non proprio un fenomeno) come centrale di riserva; a centrocampo lascia più perplessi invece lo smantellamento del doble pivote della promozione, Carpintero(“tagliato” da Tapia)-Antonio Hidalgo(colpo del nuovo Zaragoza di Marcelino): se Carpintero è stato rimpiazzato nel ruolo di centrocampista difensivo dal nuovo acquisto Pere Martí (affermatosi come uno dei migliori interdittori della Segunda con la maglia dell’ Elche, dopo aver iniziato nel Villarreal), e si attende di coprire ulteriormente questa posizione con Miguel Ángel (operazione che sembrava conclusa, ma la trattativa col Betis si è complicata nelle ultime ore), il ruolo di organizzatore della manovra ed incursore che contemporaneamente, e con fondamentale importanza, ricopriva Hidalgo rimane ancora vacante in un centrocampo al momento dal profilo troppo difensivo (non è mistero comunque la filosofia di gioco piuttosto prudente di Tapia).
Altri buchi nella rosa, sui quali comunque la società sta lavorando, sono quello dell’ esterno destro di centrocampo e dell’ attaccante: nel primo caso si punta sul ritorno a casa di Juanma, miglior giocatore del disastrato Levante dell’ ultima stagione, il quale sarebbe un gran colpo se dovesse continuare su quegli eccellenti livelli (è questo che conta, non certo il fatto che anche lui sia un prodotto di casa); per quanto riguarda l’ attacco, dato che l’ arsenale dell’ anno passato (Baha-Peragón-Salva) potrebbe non essere a prova di Primera, si cerca di potenziarlo con un nuovo innesto: i nomi più gettonati sono quelli di Ewerthon, per il quale si tratta col Zaragoza, e di Adrián López, assai promettente centravanti dell’ Under 20 agli ultimi mondiali, che il Deportivo vuole ancora mandare in giro a farsi le ossa, dopo averlo già prestato la scorsa stagione all’ Alavés.
Mallorca
La squadra finora più devastata dal mercato. Che Güiza dovesse cercare altri lidi era risaputo, ma al jerezano si sono aggiunti in rapida successione Fernando Navarro, Jonás Gutiérrez (che da tempo tirava la corda per andare in Inghilterra, anche se alla fine è approdato al Newcastle invece che al Portsmouth) e pure il Caño Ibagaza (per una clausola rescissoria ridicola, di un milione e mezzo di euro, prontamente pagata dal Villarreal), genio che ha segnato l’ epoca recente del club alla cui partenza si aggiunge peraltro quella di un gran centrocampista difensivo come Basinas (fine contratto, non ha rinnovato), che, sommata al trasferimento in Russia di Guillermo Pereyra già effettuato alla fine della scorsa Liga, disegna un Mallorca 2008-2009 con l’ arduo e delicatissimo compito di ricostruire gran parte della propria colonna vertebrale, chiave di una squadra che nelle due ultime stagioni aveva saputo abbinare in maniera soddisfacente solidità e inventiva.
Incaricati della difficilissima missione di surrogare Ibagaza saranno i due ex canterani madridisti Borja Valero, non un nuovo acquisto ma grandemente responsabilizzato rispetto all’ interessante scorsa stagione da “dodicesimo uomo”, e Jurado (prestito dall’ Atlético), all’ ultima vera chance per esplodere. Il preoccupante vuoto creatosi davanti alla difesa è stato invece è stato colmato con l’ acquisto di un veterano di sicuro affidamento come Pep Martí, acquistato dal Sevilla dopo mezza stagione di prestito in Segunda alla Real Sociedad, ma la posizione a mio avviso non è ancora del tutto coperta, servirebbe un rimpiazzo di ruolo per l’ ex sivigliano. Scaloni e Ramis possono venire al massimo adattati, mentre Mario Suárez non è un centrocampista difensivo ma un regista, più che altro concorrente di Borja Valero: altro elemento che ha tutto da dimostrare (l’ anno scorso così così al Celta), ha visione di gioco e tocco ma ad oggi sembra un po’ difettare della personalità giusta per affermarsi.
Jonás lascia un vuoto abbastanza chiaro, che sembra difficile possa colmare Óscar Díaz, altro giovane enigmatico, seconda punta o esterno sulle due fasce, 24enne anch’ egli ex promessa della cantera madridista, l’ anno scorso all’ Elche in Segunda ha peraltro giocato pochissimo causa infortunio. Per Fernando Navarro invece due sostituti che tutto sommato dovrebbero assolvere dignitosamente alla funzione: Corrales, terzino di rendimento all’ Osasuna (anche se nell’ ultima stagione l’ affermazione di Monreal gli ha lasciato pochissimi minuti), e il disciplinato Ayoze dal Racing. A destra cambio di figurina, via Héctor dentro Josemi, mediocre per mediocre. Scartato Ballesteros da Manzano, si cerca anche un difensore centrale.
L’ aspetto positivo delle tante cessioni prestigiose sono i tanti denari incassati, e la maggior parte di questi il Mallorca li investirà nell’ acquisto dell’ attesissimo sostituto di Güiza, pur sapendo che i 27 gol di quest’ ultimo sono un evento la cui ripetizione è da considerarsi del tutto impossibile. Intanto ravviva l’ attacco l’ ingaggio esotico di Alhassane Keita, 25enne guineano prelevato dagli arabi dell’ Al-Ittihad: descritto come un attaccante piccolo (1,69) e velocissimo, il dato più interessante della sua carriera è il titolo di capocannoniere del campionato svizzero conquistato nel 2006 con la maglia dell’ FC Zurich.
Numancia
La squadra più umile della nuova Liga (tanto per dire, l’ anno scorso era il quartultimo bilancio della Segunda), comunque discretamente abituata nell’ ultimo decennio al palcoscenico della Primera. Cambiato allenatore (via Arconada dentro Sergio Kresic, croato ma con vastissima esperienza nel calcio spagnolo) rispetto alla promozione, si capisce dai nuovi arrivi quali siano le pretese: il portiere Juan Pablo dal Tenerife, un cavallo di ritorno, l’ ex promessa mancata della Real Sociedad Barkero (esterno sinistro di centrocampo), il terzino sinistro Cisma dall’ Almeria (quello che Emery voleva tagliare la scorsa estate e che rimase solo per mancanza di alternative sul mercato), il centrocampista centrale Dimas dal Barça B (che a 25 anni non è mai andato oltre la Segunda B, e l’ anno scorso si è sciroppato pure la Tercera), e, in attacco, la 21enne incognita Platero dalla seconda squadra del Racing Santander (incognita ad ogni modo stuzzicante, visti i 26 gol realizzati in Tercera l’ anno passato).
Però un paio di innesti interessanti ci son stati: il 23enne Carlos Bellvis dall’ Elche (ma di proprietà del Valencia, che lo ha prestato con diritto di riscatto per il Numancia), terzino ma anche esterno sinistro di centrocampo, un giocatore molto rapido e intraprendente, da seguire, e il 24enne Álvaro Antón, mezzapunta (impiegabile anche sulle fasce) che nel Valladolid non ha mai trovato spazio ma che possiede le qualità tecniche per venire allo scoperto, su tutte un destro straordinariamente sensibile: dopo l’ ottimo prestito al Racing Ferrol a metà della scorsa stagione, ha finalmente la sua chance in Primera, richiesto da Kresic che già lo allenò al Valladolid nel 2004-2005.
Ancora mancano un esterno destro a centrocampo e soprattutto un attaccante, vista la composizione attuale decisamente inquietante (Gorka Brit, Toché, Platero: basta solo dirvi che i primi due nella passata Segunda hanno totalizzato insieme la miseria di 11 gol) del reparto offensivo: si fa il nome di Antonio Guayre, e spero onestamente che sia una soluzione per il primo ruolo…
Osasuna
Semi-immobilismo per una delle squadre che in assoluto ha meno da cambiare, una struttura delineata già da anni e due giocatori per posizione in ogni reparto. Detto del portiere Roberto dallo Sporting e del misterioso centrocampista iraniano Masoud Shojaei dall’ Al-Sharjah, l’ acquisto di maggior rilievo è il prestito con diritto di riscatto di Sunny dal Valencia, che rileva Javi García tornato al Real Madrid. Non farebbe male nemmeno una mezzala più creativa da aggiungere in rosa a Héctor Font, ma sappiamo che non è questo il tipo di centrocampisti che predilige il doble pivote di granito di Ziganda.
Racing Santander
Partito l’ eroe Marcelino verso Saragozza (sempre anticonformista, ma finora anche sempre molto saggio, nelle sue scelte), in panchina approda un’ altra giovane speranza, Juan Ramón Muñiz, messosi in luce al Málaga (prima portato alla salvezza subentrando in corsa nella stagione 2006-2007, poi trascinato verso la promozione la scorsa annata).
Sarà la stagione della storica presenza in Coppa Uefa, ma la linea di mercato resta giustamente quella di un club prima di tutto preoccupato della sopravvivenza. L’ acquisizione più golosa è il prestito dal Villarreal di Jonathan Pereira, un piccolo terremoto nella scorsa Segunda nonostante non ce l’ abbia fatta a salvare il suo Racing Ferrol dalla retrocessione. Un barattolo di 1,65x61 che fa del dribbling facile, della velocità e della rapidità di esecuzione i propri punti di forza: il sottoscritto purtroppo non ha avuto molte occasioni di vederlo negli ultimi anni, ma lo ha cominciato ad “adottare” dall’ Europeo Under 17 del 2004, in quella Spagna (vicecampione) con i vari Cesc, Capel e Piqué, nella quele Jonathan veniva incaricato di dare la scossa a partita in corso. Ottimo ruolino nelle giovanili del Villarreal, nel quale ha già avuto l’ onore di segnare un gol in Primera, in uno scialbo 1-1 casalingo col Levante (di Jonathan fu il gol del pareggio) nella Liga 2006-2007, all’ esordio assoluto nella categoria, solo pochissimi minuti dopo essere entrato in campo e praticamente al primo pallone toccato. Ora a 21 anni ha la prima chance seria, e sarà curioso verificarne la compatibilità con Munitis, essendo entrambi seconde punte adattabili sugli esterni.
Però molto più che ai possibili lampi di una giovane speranza, il Racing dovrà pensare alla solidità della struttura complessiva, e qui c’è ancora del lavoro da fare: il portoghese Zé Antonio, prelevato dal Borussia Mönchengladbach, rimpingua la difesa, ma le questioni da risolvere sono tutte negli altri due reparti.
A centrocampo, la partenza di Duscher è annunciata, ma non per questo cessa di essere un duro colpo, vista l’ importanza per gli equilibri collettivi (e l’ esperienza internazionale, in chiave-Uefa) dell’ argentino, cui bisognerà trovare un sostituto di pari spessore, impresa non facile viste le possibilità economiche del club. Servirebbe anche un giocatore di maggiori garanzie rispetto a Jordi López nel ruolo di regista (il mio suggerimento dello scorso inverno rimane valido: Marc Crosas, giocatore che peraltro avrebbe a mio avviso tutte le carte per restare nella rosa blaugrana), e se la cessione di Duscher venisse ufficializzata e dal mercato dovesse arrivare un solo centrocampista centrale, Muñiz si vedrebbe costretto con molta probabilità a far ricorso ai due canterani Edu Bedia e Canales, peraltro due degli elementi più reclamizzati di una cantera in ottima salute (di Canales abbiamo già parlato qui). Intanto Vitolo torna dal prestito ma la società e lo staff tecnico non ne vogliono sapere nulla del canario, decisione che sul piano puramente tecnico non comprendo.
In attacco, sfumata la cessione di Smolarek al Toulouse, bisogna ancora capire quale sarà la composizione finale del reparto: se Juanjo, di ritorno dal prestito al Sevilla Atlético, convincerà Muñiz in questa pretemporada, allora non ci sarà bisogno di un altro acquisto.
Real Madrid
Francamente non capisco la CristianoRonaldomania. Avendo già gente del calibro di Robinho e Robben (oltre a un Drenthe, che ricordiamolo, ha grandi margini di miglioramento), non si capisce tutta quest’ ansia e questa ennesima telenovela estiva, che come effetto collaterale ha tratto con sé una a mio avviso ingenerosissima svalutazione del patrimonio-Robinho, al di là delle reali (per me fortunatamente scarse) prospettive di cessione del brasiliano.
Ritengo altre le priorità del Real Madrid: innanzitutto un centravanti che possa essere al tempo stesso concorrente, sostituto e successore di Van Nistelrooy (l’ ideale sarebbe Huntelaar, anche se si parla insistentemente di Villa), che non è eterno, poi un paio di interventi mirati a centrocampo. Risiede qui la chiave per migliorare il gioco rispetto alla stagione passata: migliorie già apprezzate nello scorcio finale, con l’ impiego da interno destro di Diarra che ha dato maggior equilibrio alla squadra, evitando quella spaccatura in due tronconi (cinque attaccano-cinque difendono) troppe volte vista nel girone d’ andata, e che andrebbero assicurate magari con un rimpiazzo per il maliano (giocatore con caratteristiche al momento uniche nella rosa), ovvero un giocatore che nello stesso modo possa disimpegnarsi da interno o davanti alla difesa, rendendo più solida la squadra nelle transizioni difensive. Un identikit al quale a mio avviso risponde alla perfezione il zaragocista Zapater.
In fase di possesso il Madrid invece deve crescere parecchio per quanto riguarda l’ elaborazione del gioco a difesa avversaria schierata: qui chiamo in causa Gago, splendido nel Boca ma personalmente mai capace di guidare la manovra merengue con lucidità. Servirebbe un giocatore davanti alla difesa capace di fare da punto di riferimento, con buon senso della posizione e visione di gioco panoramica, bravo a far correre il pallone da un lato all’ altro e dare continuità e fluidità alla manovra: insomma, la fotografia di Xabi Alonso… senza dimenticare comunque l’ importante ritorno dal prestito di De la Red.
Insomma, anche qui le esigenze reali son diverse rispetto a ciò che si legge sulla stampa, e cioè Van der Vaart. Lasciando da parte che ritengo l’ olandese sopravvalutato, devo dire che un 4-3-3 con lui e Sneijder mezzeali mi parrebbe meno equilibrato rispetto a quello con la coppia Diarra-Sneijder, che a Sneijder vanno dati i pieni poteri in fase di creazione del gioco (insieme a Van der Vaart probabilmente avrebbe meno libertà di movimento fino alla trequarti avversaria) e che come trequartista c’è già in rosa Guti (opzione che io vedrei bene soprattutto a partita in corso): Van der Vaart sarebbe un altro sfizio non necessario (in un ruolo nel quale peraltro già è stato lasciato partire un talento fatto in casa come Granero… siamo alle solite), il mio piano ideale per il centrocampo prevederebbe due registi (Xabi Alonso-De la Red, quest’ ultimo utilizzabile in tutte e tre le posizioni del centrocampo), due centrocampisti difensivi impiegabili davanti alla difesa o come mezzeali (Diarra-Zapater), due creatori di gioco con licenza fino alla trequarti (Sneijder e Guti), con Javi García, rientrato dal prestito all’ Osasuna, opzione utilizzabile sia davanti alla difesa che da difensore centrale.
Difesa dove non è certo prioritario ma potrebbe essere consigliabile qualche altro innesto: il numero dei centrali sulla carta è sufficiente, ma Pepe, Heinze e Metzelder hanno una familiarità con gli infortuni sin troppo nota e pure Cannavaro al momento attuale si trova infortunato, oltre ad avere i suoi anni. Forse acquistare un altro centrale (in attesa di Garay, prenotato come successore di Cannavaro per il 2009-2010) sarebbe un eccesso di previdenza, ma non si sa mai.
Recreativo Huelva
È un’ incognita, e non può che essere tale. Società fra le più limitate economicamente della Liga, deve per forza di cose giocare al risparmio e cercare la sorpresa più che il nome affermato, sicuro e costoso. Così Cáceres viene sostituito dal suo ex compagno di squadra al Defensor Sporting Andrés Lamas, Sinama Pongolle lascia il posto a una delle rivelazioni della scorsa Segunda con la maglia del Las Palmas, il 23enne Adrián Colunga (seconda punta ma anche esterno offensivo), e infine Carlos Martins viene sostituito dal 20enne regista argentino Sebastian Nayar, prelevato dal Boca fra una marea di polemiche (il club bonaerense afferma che il giocatore ha firmato con loro, spalleggiato dall’ AFA che nega il transfer, e sulla questione sta intervenendo la FIFA). Come si vede, tre pedine fondamentali della stagione passata sostituite da tre elementi che potrebbero rivelarsi tanto dei grandi colpi quanto dei buchi nell’ acqua (comunque in difesa prima di Lamas era stato acquistato il 27enne centrale della nazionale sudafricana Nasief Morris, il quale ha alle spalle una solida esperienza nel campionato greco).
Confermato il prestito di Ruben (attacco al completo con lui, Colunga, Javi Guerrero ed Ersen Martin, sul quale la società conta tanto per la prossima stagione), dopo un discreto anno al Murcia torna anche César Arzo come pedina spendibile fra difesa e centrocampo, mentre il terzino sinistro Casado, canterano del Sevilla in prestito, è un innesto di sicuro interesse, mancino rapido, attento difensivamente ma con ottimi traversoni nelle corde. Roberto Jiménez è un giovane portiere della cantera dell’ Atlético, ma fra i pali è urgente l’ acquisto di un uomo di esperienza che possa non far rimpiangere Sorrentino, l’ anno scorso uno dei migliori estremi difensori della Liga.
Mancano ancora un esterno di centrocampo, meglio ancora se utilizzabile su entrambe le fasce, e un altro regista, data l’ inesperienza di Nayar.
Sevilla
Smonta e ricostruisci: la filosofia che negli anni ha portato il Sevilla a combinare salute economica e inesorabile crescita tecnica si trova di fronte ad una nuova prova, forse la più impegnativa. Stavolta non vanno via giovani stelle in rampa di lancio (Sergio Ramos e Reyes) o elementi importanti ma comunque prescindibili (Julio Baptista), bensì pilastri veri e propri delle imprese recenti come Daniel Alves e Poulsen, in aggiunta a quel Keita che in una sola stagione si era convertito anch’ egli in totem. Al Sanchez Pizjuan comunque nemmeno stavolta si è drammatizzato, e dai tanti denari incassati (32 Alves+10 Poulsen+14 Keita, queste ultime due cifre corrispondenti alle clausole rescissorie) si è preso spunto per operare una serie di interventi che configurano un Sevilla 2008-2009 quantomeno interessante, con ampie possibilità di lottare per i primi 4 posti. Innesti intelligenti e di prospettiva.
Il sostituto di Keita si chiama Ndri Romaric: profilo tecnico differente rispetto al maliano, Romaric ha origini da mezzapunta (può partire anche esterno a sinistra), un passo meno agile sul breve (pare stia facendo un bel po’ di fatica in ritiro, dove è arrivato pure sovrappeso), minore intensità e resa difensiva, ma più visione di gioco e capacità col pallone tra i piedi, potendo contare su un mancino formidabile. La piazza di Poulsen è ancora vacante, ma non c’è fretta, la società ha il controllo della situazione e a breve dovrebbe chiudere per Duscher: stessa tipologia del danese, centrocampista difensivo, esperto, tosto, tatticamente intelligente, acquisto mirato con l’ intenzione di tener coperta la posizione con un elemento navigato fino a quando Federico Fazio (al momento impegnato con l’ Olimpica argentina), potenzialmente un crack del ruolo, non vi si assesterà definitivamente.
Anche in difesa si nota e si apprezza l’ intento di completare l’ organico e migliorarlo rispetto alle deficienze della stagione passata, nella quale la difficoltà a trovare una linea arretrata stabilmente titolare ha implicato numerose incertezze difensive: innanzitutto il terzino sinistro, ruolo coperto l’ anno scorso solo con giocatori adattati o comunque non pienamente specializzati (i centrali Escudé e Dragutinovic, il destro Crespo) a causa di un’ emergenza dovuta anche a un fattore tragico come la morte di Puerta. Nel ruolo è arrivato quello che forse attualmente il miglior specialista spagnolo (anche se va riconosciuto che il ruolo attraversa una crisi notevole in Spagna), ovvero Fernando Navarro, giocatore che peraltro ha molte caratteristiche per potersi rivelare l’ erede ideale dell’ ex bandiera David Castedo in quanto a regolarità di rendimento ed efficacia difensiva. Anche al centro si tenta di ritrovare stabilità dopo aver accusato parecchio nella scorsa stagione l’ assenza per infortunio del capitano Javi Navarro (il quale purtroppo vede ancora lontano il recupero, rischiando pure il ritiro): Sebastien Squillaci è un elemento di provata affidabilità e di dimensione internazionale, e dovrebbe anche aiutare su quelle palle alte che, in occasione dei calci piazzati, sono state per il Sevilla 2007-2008 la grande pecca, costata carissimo.
Più spinosa la questione della fascia destra: non perché Konko non possa rivelarsi un buon acquisto, ma perché non si tratterà soltanto di sostituire un semplice terzino destro, bisognerà in senso lato surrogare il peso enorme che Dani Alves aveva su tutta la manovra della squadra. Lo ha detto lo stesso Jiménez, non si trova in giro un altro giocatore che organizzi la manovra da quella posizione, Alves era l’ anarchia calcolata che rendeva particolare il 4-4-2 sivigliano, ora a rischio di maggiore prevedibilità con un terzino più logicamente convenzionale come Konko (agisce in verticale e accompagna senza palla sull’ esterno, come ogni laterale difensivo di questo mondo). Per sostituire Alves non potrebbe bastare quindi rimpiazzarlo con una pedina dello stesso ruolo, ma potrebbe occorrere un altro giocatore in grado di accendere la manovra, magari in altre posizioni del campo come la trequarti. Non sembra comunque questa l’ idea del Sevilla, legato da anni a un 4-4-2 senza trequartista, e non sembra nemmeno possa assumere questo compito Lautaro Acosta, promessa argentina che dovrebbe aver l’ opportunità di maturare fungendo da rincalzo di Jesús Navas apportando al tempo stesso qualche movimento differente (dirigenza e tecnico hanno motivato il suo acquisto con i tagli dalla fascia verso il centro che Acosta può fornire in alternativa alla posizione sempre piuttosto larga di Navas).
Sporting Gijon
Praticamente non si sono mossi, si fidano del collettivo della scorsa stagione (oltre che dello straordinario entusiasmo che circonda questo storico club) e aspettano magari le fasi finali del mercato per qualche buona occasione, magari qualche prestito dalle grandi squadre. L’ unico acquisto ufficiale è il portiere Iván “Pichu” Cuéllar, per chi non se lo ricordasse quello che ne combinò di tutti i colori fra i pali dell’ Atlético nel 6-0 casalingo incassato dal Barça nella Liga 2006-2007, ora alla ricerca di una credibilità che possa cancellare quella parentesi entrata nella storia recente degli orrori calcistici. Non è ufficiale ma è praticamente fatta per Maldonado, meteora nel Betis di inizio 2006-2007, frillino di fascia destra (ma anche seconda punta). Mancano “un delantero centro” di categoria, un terzo uomo che concorra con Matabuena e Michel per il doble pivote a centrocampo (Preciado chiede Diego Camacho) e magari anche un jolly per la trequarti.
Valencia
Bravo chi ci capisce qualcosa. L’ azionista di maggioranza Soler nomina gestore del club Juan Villalonga (ex presidente di Telefónica) promettendo un aumento di capitale dal quale dipenderebbe la conferma di Villa e Silva e il mantenimento di un Valencia ambizioso, poi però si rimangia la parola. Villalonga in conferenza stampa parla di un debito di 780 milioni, Soler lo smentisce e lo caccia, cedendo la presidenza a Vicente Soriano, il quale subentra nella carica dopo i pochi mesi di Agustin Morera (ma Villalonga continua a mirare al pacchetto di maggioranza). Nel mentre, fa le valigie Xabier Azkargorta, che era diventato Direttore Sportivo (con competenza sulla campagna acquisti) nel breve interregno di Villalonga, scavalcando Juan Sánchez, Segretario Tecnico che aveva fatto compiuto le prime mosse di mercato (ad esempio l’ ingaggio di Emery) fra fine Maggio e inizio Giugno. Ora, rivoluzionato il consiglio direttivo, Soler dichiara ufficialmente di allontanarsi dalla guida del Valencia… siamo al caos puro e semplice, non si sa quale direzione il club intenda prendere, alle soglie di una gravissima crisi finanziaria per le spese scellerate e improduttive degli ultimi anni. Soriano assicura che le stelle non se ne andranno (le stesse cose che diceva Villalonga…), che anzi verranno tre acquisti (fra questi quasi sicuramente un portiere, posizione coperta maluccio da Hildebrand e malissimo da Cañizares, finalmente partente), nel mentre si parla della vendita del Mestalla e di altra possibile liquidità da reperire, ma i contorni della crisi finanziaria (ampiamente annunciata) non sono ancora del tutto chiari nella loro estensione, e le possibilità di un ridimensionamento drastico e magari anche letale sono più che mai reali (Villalonga ha utilizzato la delicata metafora del malato terminale per descrivere la situazione societaria), essendo filtrate dagli ambienti dirigenziali voci che parlano di un Valencia non più che da metà classifica.
Probabilmente ci avrà visto giusto il solito Marcelino: già l’ estate scorsa rifiutò il Betis per un Racing con minor disponibilità economica ma linee-guida molto più chiare, qualche mese fa invece a quanto si dice l’ attuale nuovo tecnico del Zaragoza, opzione iniziale di Juan Sánchez per la panchina, rifiutò proprio il Valencia, spaventato dalle probabili cessioni delle stelle, dal caos e dall’ aria di smobilitazione generale.
In tutto questa baraonda una grande promessa della panchina come Unai Emery rischia di venire bruciata… è capitato di leggere cose allucinanti, come un interesse improvviso di Villalonga per Aragonés (già accasatosi al Fenerbahçe), cosa che vogliamo intendere come una mera invenzione giornalistica, altrimenti il buon Unai avrebbe tutto il diritto per salutare anzitempo la compagnia. Paralizzata la situazione ai vertici e ancora tutte da chiarire le reali disponibilità finanziarie, il Valencia non si è praticamente mosso sul mercato, tutt’ al più accogliendo il ritorno dei numerosi giocatori a fine prestito (fra i quali spicca Pablo Hernández come novità più interessante) in una rosa attualmente sovraffollata. L’ idea di Emery, qualora lo lasciassero lavorare e non gli vendessero i migliori giocatori, sarebbe quella di riprovarci con gli stessi dell’ anno scorso (ancora da decidere la posizione di Albelda, che ha giocato la prima amichevole col Bochum pur essendogli stato chiesto di cercarsi un’ altra squadra), nell’ intento di rigenerarne qualcuno (nel calcio del tecnico basco rivestono grande importanza la spinta dei terzini e il centravanti-boa, per cui sarebbe cruciale un recupero di Del Horno e Miguel sui migliori livelli e si potrebbe anche vedere un maggiore utilizzo di Zigic rispetto alla passata stagione) e di tentare magari di impiantare anche un gioco più offensivo e gradevole rispetto quanto non sia stato abituato il Mestalla negli ultimi anni. Tanti auguri caro Unai, ne hai bisogno.
Valladolid
Si tenta di arricchire il collettivismo spinto di Mendillibar aggiungendo quella qualità che serve per sbloccare le partite laddove non arriva la sola intensità (chi ha visto questa squadra nell’ ultimo campionato sa bene di cosa parlo: ricorrenti fasi di dominio nella metacampo avversaria coronate al massimo da una lunga serie di calci d’ angolo): l’ anno scorso il solo vecchio Víctor poteva avere i lampi giusti, ora arrivano nomi di sicuro rilievo come Canobbio, mancino non regolarissimo ma squisito rifinitore nei periodi giusti, ed Escudero, “regalo” in prestito dal Villarreal, giocatore apprezzatissimo dal sottoscritto, un esterno sinistro-trequartista con una calamita al posto del sinistro e un gioco di gambe molto rapido sul breve, il quale con Jonathan Sesma andrà a comporre un assortimento di fascia sinistra assolutamente invidiabile in un contesto di bassa classifica.
Se in queste zone il Valladolid 2008-2009 ha sicuramente accresciuto il proprio livello, in altre però non mancano i dubbi, e anche grossi. La fascia destra ad esempio, orfana del talento di Sisi, rimane per il momento affidata al solo argentino Aguirre (prestito rinnovato dal Lanus dopo una mezza stagione che ha convinto Mendillibar), in attesa di un ulteriore irrinunciabile rinforzo (De Mul?). È sull’ attacco comunque che convergono i punti interrogativi più grandi: partito il bomber-garanzia Joseba Llorente, estrarre più di 10 gol da un arsenale offensivo limitato ai soli Goitom e Ogbeche pare impresa difficilissima, a meno che Goitom sia quello del Ciudad de Murcia e non il suo gemello brocco visto l’ anno scorso al Murcia. Un punto delicatissimo questo dell’ attacco, per una squadra che già l’ anno scorso soffrì oltre il dovuto (in rapporto alla mole di gioco) proprio per la difficoltà nel concretizzare: serve un’ altra punta, e di spessore, per salvare la pelle.
In difesa il giovane Rafa viene rimpiazzato dall’ esperto Luis Prieto, forse arrugginito dopo gli ultimi anni in ombra all’ Athletic e dopo aver già dato il meglio di sé ai tempi di Valverde. Justo Villar in porta era cercato già lo scorso Gennaio, ma l’ avvenuta esplosione di Sergio Asenjo potrebbe defilare l’ estremo paraguaiano nel ruolo di secondo portiere. Si cerca infine un quarto centrocampista centrale che, finito il prestito di Diego Camacho, si disputi i due posti da titolare con Álvaro, Borja e Vivar Dorado (non vanno comunque dimenticati i tanti canterani portati in ritiro da Mendillibar, da qui potrebbe saltare fuori qualche soluzione).
Villarreal
Mercato mirato non solo a questa importante stagione, ma anche al futuro, col consueto acquisto di giovani talenti da prestare a destra e a manca (Escudero al Valladolid, l’ uruguaiano Robert Flores al River Plate). Si prosegue suilla strada del mix di esperienza e gioventù: Edmilson sa cos’è la Champions League e sa anche come si vince, giocatore solido e di grande spessore tattico fra difesa e centrocampo; Ibagaza meritava un’ altra chance ai piani alti, e la curiosità risede nel verificare come verrà impiegato nell’ affollamento un po’ eccessivo del centrocampo (da finto esterno, ruolo dove c’è già la concorrenza ampia e qualificatissima di Cazorla, Pires, Cani e Matias Fernández, o da centrocampista centrale con ampia libertà? Propendo per la seconda ipotesi, vista anche l’ esperienza fatta al Mallorca nel ruolo); Joseba Llorente sembra tagliato per il ruolo di punta senza pretese di titolarità ma pronto quando richiesto a togliere le castagne dal fuoco col suo opportunismo, sostituto del partente Tomasson in questa particolare funzione.
Il giovane invece è Jozy Altidore, attaccante americano assai interessante per il connubio di forza fisica e mobilità su tutto il fronte d’ attacco: doveva andare in prestito anche lui, ma pare stia convincendo Pellegrini a tenerlo.
Acquisti interessanti, ma qualcosa manca: sebbene Pellegrini dichiaratamente preferisca un gioco dalle traiettorie molto accentrate, qualche alternativa in più sugli esterni l’ avrei gradita. Il parco-terzini assicura accompagnamento costante della manovra ma mai troppa profondità, e Capdevila non ha una riserva di ruolo. Inoltre a centrocampo può non rivelarsi positiva la rinuncia aprioristica ad esterni puri in grado di allargare il gioco senza bisogno di chiamare sempre in causa i terzini (aspetto questo che può offrire qualche punto di riferimento di troppo agli avversari, che possono aspettare di rubare palla e attaccare gli spazi alle spalle di questi, come visto in alcune gare la stagione passata): Marquitos va di nuovo in prestito, alla Real Sociedad (il ragazzo tarda a esplodere, ci si aspettava di più l’ anno scorso al Recre), ed Escudero invece va a Valladolid a farsi ossa che in realtà son già formate (c’è anche una questione di esubero di extracomunitari in rosa per l’ argentino, ma l’ ex Velez avrebbe offerto soluzioni attualmente assenti nella rosa di Pellegrini).
In attacco poi, non avrei visto male nemmeno un giocatore un po’ più prolifico e minaccioso per gli avversari rispetto a Guille Franco, un attaccante anche di elevato spessore (ma ve l’ immaginereste un Diego Milito in questa squadra, eh?) che avrebbe potuto accendere una sana concorrenza con Nihat e Rossi per i due posti di titolare, lasciando al solo Llorente il ruolo di ruota di scorta.
Infine la cessione di Cáceres non passa senza lasciare tracce: manca quel centrale rapido e aggressivo che avrebbe potuto permettere di giocare all’ occorrenza con una linea difensiva più alta. Invece Cygan, che era destinato giustamente a fare le valigie, rimarrà.
In questa tabella tutte le operazioni (ci sono però degli errori, come purtroppo capita spesso su "Marca")
Almería
Il fenomeno-Emery è partito (al suo posto quel Gonzalo Arconada che ha portato il Numancia a una promozione in scioltezza e che ora avrà l’ opportunità di rifarsi anche in Primera dopo la breve infelice parentesi a stagione in corso nella Real Sociedad 2005-2006), però le intenzioni dell’Almería e del suo presidente Alfonso García rimangono chiare: delle piccole del calcio spagnolo, gli andalusi son quelli più ambiziosi e disposti ad investire, con l’ obiettivo a medio termine di diventare una realtà solida della Liga quanto meno a metà classifica. Molto attivi sul mercato, e già il primo acquisto parla chiaro: Pablo Piatti è uno dei più reclamizzati talenti sudamericani, mancino esterno o seconda punta (bisognerà vedere se giocherà assieme o competerà per lo stesso posto con Crusat) con l’ unica incognita del fisico esile, e per il resto la rosa è assai coperta, con due o anche tre giocatori per ruolo: a Pulido, Carlos García e Acasiete si aggiungono al centro della difesa l’ argentino ex-Velez Sarsfield Hernán Pellerano e il 21enne Chico, centrale di cui si parla molto bene dopo l’ ultima mezza stagione al Barça B di Guardiola in prestito dal Cádiz (e i blaugrana avevano anche intenzione di confermarlo per la loro squadra filiale); Julio Álvarez era il principale creatore di gioco nel Numancia, e Arconada ha deciso di portarlo con sé; Nieto, buon esterno destro del Real Madrid Castilla, aggiunge vivacità alla mera quantità di Juanma Ortíz; Esteban Solari, fratellino dell’ Indiecito Santiago, se funzionerà come in Messico (25 gol nell’ ultimo campionato coi Pumas) renderà un po’ meno Negredo-dipendente l’ attacco di questa squadra; Esteban invece è un ricambio d’ esperienza per il talentuosissimo portiere titolare Diego Alves; il terzino destro brasiliano Michel infine si aggiunge al Guilherme acquistato a Gennaio scorso per la fascia sinistra nella categoria degli investimenti a lungo termine.
Insomma, l’ unica cosa impossibile da sostituire era la completezza dello straordinario Felipe Melo della stagione passata, per il resto una rosa sostanziosa nella quale figura pure qualche giocatore in esubero (probabili le partenze di Uche e Natalio in attacco).
Athletic Bilbao
Mercato ridotto all’ osso (con la mezzapunta Toquero dal Sestao River si cerca magari un Koikili-bis, sempre che la scelta finale non sia un prestito all’ Eibar; Del Olmo, brillante protagonista in Segunda con l’ Eibar, è un’ alternativa in più per la fascia sinistra del centrocampo; Iñigo Vélez, prelevato dal Murcia, può essere un valido gregario nel ruolo di quarta punta), per il ristretto bacino di mercato tradizionalmente autoimposto, ma anche perché tutto sommato l’ organico è già pronto, collaudato e sostanzialmente completo, forse quello già meglio definito della Liga: tornando del tutto disponibile Gurpegi si riacquista un jolly validissimo fra difesa e centrocampo (dove anche Orbaiz può svolgere la pretemporada alla pari con gli altri), per il resto mancano solo un rimpiazzo al partente Del Horno (alla fine del deludentissimo prestito dal Valencia), e forse anche una riserva per Iraola sulla destra della difesa. Non è detto comunque che tali alternative non possano venire direttamente dalla cantera, magari dai sei ragazzini che Caparros ha aggregato alla prima squadra per la pretemporada, con la seria intenzione di lanciarne qualcuno anche quest’ anno (si fanno i nomi soprattutto del mediano Iturraspe e del terzino sinistro Agüeros), com’è abitudine sua di allenatore e com’è tradizione nell’ Athletic.
Se ne vanno un po’ mestamente invece Dani Aranzubia (che cercherà di raddrizzare la propria carriera al Deportivo), Tiko e Luis Prieto (Valladolid), definitivamente non più utili dopo anni di discreto protagonismo, oltre a David Cuéllar (Murcia), la cui inutilità invece era già palese al momento dell’ acquisto la scorsa estate. Decisamente più mesta è invece la notizia dell’ accordo di sponsorizzazione con la Petronor: una scritta pubblicitaria macchierà dopo 110 anni la maglia di questo glorioso e unico (ora un po’ meno) club.
Atlético Madrid
Acquisti mirati soprattutto a sanare le debolezze più evidenti la scorsa stagione, in difesa e a centrocampo. Ujfalusi mi pare usato più che sicuro, mentre Heitinga è un’ operazione di maggior fascino ma anche più rischiosa: l’ olandese confermerà la crescita dell’ ultimo anno oppure nella squadra incompiuta per eccellenza rimarrà tale anche lui? Sarebbe importante un buon rendimento da parte sua, anche per le sue capacità nell’ impostare il gioco dalla difesa, assenti nell’ ultimo Atlético.
Il centrocampo necessitava di riferimenti saldi dopo la paurosa instabilità e improvvisazione dell’ anno passato, e Paulo Assunçao sembra fare al caso: il “pivote” di ruolo davanti alla difesa che mancava, un elemento di notevole esperienza (come Coupet fra i pali) e senso tattico, particolarmente tagliato per il 4-3-1-2 che sembra avere in mente Aguirre, il Makelele della situazione che permetterà a Raúl García di fungere da Lampard, con maggiore libertà nelle incursioni e nella creazione del gioco. Se però Aguirre vuole davvero riservarsi il 4-3-1-2 come credibile alternativa tattica al 4-4-2 delle ultime due stagioni, mancano ancora due pedine: un’ altra mezzala (magari sul centro-destra, in concorrenza con Maxi Rodríguez, visto che Cléber Santana e Maniche, per motivi diversi, non mi sembrano più credibili) che faccia coppia con Raúl García (e qui il nome più volte ripetuto di Lucho González sarebbe davvero l’ ideale), e poi questo benedetto “enganche”, per dirla all’ argentina, che illumini la trequarti.
È questo un punto dolente dell’ Atlético, che nelle ultime stagioni ha sempre sbalordito per la difficoltà nel far fluire la manovra e creare collegamenti fra centrocampo e attacco: a questo proposito si è tornato a fare il nome di Riquelme (che non può suonare in altro modo che come un’ ammissione di colpa, visto che esattamente un’ estate fa il club colchonero aveva in pugno l’ argentino, e proprio Aguirre rifiutò l’ acquisto negli ultimi giorni di mercato per timore di dover stravolgere la squadra e ridisegnarla tutta attorno a Roman… senza contare la “valorizzazione” di Jurado in queste ultime due annate), nome sfumato negli ultimi giorni e superato da quelli di Van der Vaart, Diego e Silva, per il quale bisogna ancora saggiare le reali intenzioni di vendita del Valencia ma che a mio avviso costituirebbe forse la migliore opzione, la meno ingombrante e la più versatile tatticamente, offrendo il canario la possibilità di variare in corsa dal 4-4-2 al 4-3-1-2 con i suoi spostamenti fra gli esterni e il centro della trequarti. L’ acquisto del trequartista è inteso come la ciliegina sulla torta della campagna acquisti, e dovrebbe comunque avvenire dopo i preliminari di Champions, in caso di qualificazione.
In attacco partito Mista si è optato per Sinama Pongolle come ricambio, scelta che non mi trova molto d’ accordo. Dietro il Kun e Forlán, avrei optato per diversificare maggiormente le opzioni offensive con l’ acquisto di un uomo d’ area, un ariete più classico, e non un contropiedista nemmeno troppo prolifico come il pur buon giocatore francese. Infine, mi pare manchi qualità sia difensiva che offensiva nel parco-terzini, aspetto che peraltro dovrebbe rivestire un’ importanza ancora maggiore in caso di passaggio al 4-3-1-2.
Barcelona
Passata la bufera societaria, con Laporta uscito vittorioso ma decisamente malconcio dalla mozione di sfiducia, (che non ha raggiunto il quorum sufficiente per far valere la maggioranza di voti sfavorevoli al presidente blaugrana), con otto membri della Giunta dimissionari, si è tornati a concentrarsi su una pianificazione che ha mantenuto un suo filo logico, seppure con molti punti discutibili, durante tutta l’ estate.
La parola d’ ordine è stata “voltare pagina”, rinnovare la rosa, restituirle brillantezza e motivazioni con l’ intento, dichiarato apertamente alla stampa, di liberarla da quelle figure di enorme talento ma a quanto pare ritenute ormai ingombranti. Se per Deco si è trattato di un addio ampiamente previsto e del tutto consensuale (però 10 milioni sono una svendita più che una vendita), se la cessione di Ronaldinho era del tutto inevitabile, la vera assurdità è costituita dalla liquidazione di Eto’o, assurda se si guarda a pure motivazioni tecniche. Dev’ esserci dietro qualchosa di estraneo al rettangolo verde, se si pensa che giocatori importanti come Messi, Xavi, Iniesta e Yaya Touré si sono pronunciati espressamente perché il camerunese rimanga e se si pensa anche che il tempo prima dei preliminari di Champions stringe ed affrontare questi con una coppia Henry-Bojan (aggiungendo pure una eventuale partenza di Messi per le Olimpiadi, questione ancora in sospeso) al momento darebbe garanzie piuttosto scarse. Difatti, di fronte anche alla difficoltà di reperimento rapido sul mercato di un attaccante di livello simile a quello del camerunese, Laporta ha cominciato a parlare di decisione “non irreversibile”, spinto anche da ciò che hanno detto le prime due amichevoli in terra scozzese (la cosa buffa è che Eto’o sia arrivato a questa pretemporada avendo pure qualcosa da dimostrare…).
La principale considerazione da fare sulla campagna acquisti del Barça è che di repliche di Deco e Ronaldinho non se ne vedono in giro, per cui un calo qualitativo è inevitabile, anche se questo potrebbe avere il positivo effetto collaterale di un lavoro incentrato più sulla solidità del collettivo che sulle individualità.
Fatta questa premessa, il disegno del nuovo Barça è abbastanza chiaro, anche se tuttora incompleto e con alcune mosse criticabili. La parte più convincente è il centrocampo, cui si cerca di restituire quel vigore e quell’ intensità palesemente assenti nelle ultime due stagioni: particolarmente condivisibile l’ acquisto di Keita, che, rimanendo insostituibile il miglior Deco, fonde in un giocatore solo la tipologia dell’ animale da pressing alla Davids e quella dell’ incursore alla Van Bommel; come alternativa al maliano, ma con qualità e movimenti più da trequartista, Aleksandr Hleb (personalmente era ancor più preferibile il sanpaolino Hernanes, meno atletico ma con tempi e visione di gioco migliori).
In difesa le spese son state eccessive, ma la cessione di Oleguer all’ Ajax (ottima operazione) e il prestito del neo-acquisto Henrique al Bayer Leverkusen perlomeno evitano il preannunciato sovraffollamento del parco-centrali, e configurano un reparto completo, dove ai due centrali aggressivi, bravi nell’ anticipo e nella marcatura stretta (Puyol e Milito) si aggiunge un Márquez non più solo nelle mansioni di regista difensivo con l’ arrivo di Piqué: fondamentale sarà come è sempre stato per il Barça trovare buone e praticabili linee di passaggio, e il ritorno del canterano offre un' altra importante opzione per organizzare la manovra con criterio sin dalla difesa. Jolly della difesa sarà invece Cáceres, diamante grezzo (costato troppo, 16 milioni che potrà valere solo fra un anno o due) che dovrebbe essere impiegato non solo al centro ma anche per rattoppare le fasce se necessario.
Ecco, le fasce: a una corsia destra già delineata e dal potenziale offensivo enorme (avevo espresso dubbi sulla compatibilità di Alves con Messi, ma nelle prime uscite i due hanno evidenziato già una grande sintonia), nella quale però va ricordato che sia Alves che Messi non hanno sostituti credibili (ogni volta fra Eto’o, Henry e Bojan fanno la conta per decidere a chi tocca spostarsi su quella fascia), fa da contraltare una fascia sinistra che ad oggi, 29 Agosto 2008, non ha la minima profondità. Abidal arriva a destinazione ma storpia i cross, Sylvinho potrà giocare metà delle partite se va bene, e la posizione lasciata da Ronaldinho in attacco resta vacante: con poca possibilità di sfondamento da parte dei terzini, la soluzione consigliata sarebbe l’ acquisto di un’ ala o comunque di uno Giuly mancino che allarghi il campo e attacchi lo spazio, piuttosto che una replica della tipologia di Dinho (già presente in rosa, nel caso di Iniesta avanzato nel tridente, oppure soltanto ambita, il caso di Arshavin). Di certo non nomi che si son sentiti in maniera ricorrente come quelli di Silva e Thiago Neves, mancini che dalla fascia partono soltanto per accentrarsi e cercare la rifinitura (Silva) o la finalizzazione (Thiago Neves, uno alla Rivaldo).
Betis
Il mercato sembra esserci, ci sarà anche un piano e la pazienza per portarlo a termine senza abbandonarsi anche quest’ anno all’ improvvisazione e ai rimedi in corsa?
Paco Chaparro ha finalmente la sua chance, se la meritava, può forgiare la “sua” squadra, e la cosa potrebbe venire anche bene con un giocatore di spessore indiscutibile come Mehmet Aurelio, il quel potrebbe fornire finalmente il riferimento indispensabile davanti alla difesa dopo i fallimentari tentativi con Vogel e Somoza. Il frizzante Sisi alzerà il livello sulla destra rispetto al sopravvalutato Odonkor (che comunque, dopo le voci di cessione, rimarrà, con il suo ritorno dall’ infortunio riportato agli Europei previsto per Dicembre), Emana è un giocatore dal ruolo un po’ indefinito ma che potrà apportare spunti di grande brillantezza atletica: può partire dalla trequarti ma non è un rifinitore, può partire dagli esterni ma non è un uomo di fascia, lo definirei un “agitatore” del centrocampo, impiegabile al meglio come mezzala in un centrocampo a tre o al centro della trequarti in un 4-2-3-1, in ogni caso con ampia libertà di movimento. Per completare una rosa che già possedeva mezzi superiori rispetto ai miserrimi risultati degli ultimi due anni, si lavora ufficialmente per un terzino destro (vicino Chretien del Nancy), mentre a mio avviso non guasterebbero né un altro difensore centrale (posizione tutt’ altro che sicura nell’ ultimo biennio) né un altro attaccante di garantita prolificità che possa far sentire meno solo Pavone nel compito, acquisto pubblicamente richiesto da Chaparro.
Deportivo
Mercato oculato per l’ unica squadra già impegnata in competizioni ufficiali (l’ Intertoto è partita col piede giusto, qualificazione ai preliminari di Uefa ottenuta contro gli israeliani dell’ Hapoel Bnei Sakhnin). L’ obiettivo prioritario era rimpinguare l’ attacco, l’ anno scorso debolissimo a parte il ruolino accettabile del generoso Xisco: Mista e Omar Bravo i rinforzi scelti. Il messicano è una zanzara svelta e pungente negli ultimi metri, anche se non aliena a qualche erroraccio sotto porta, Mista ad oggi è un enigma: da giocatore sopravvalutato ai tempi del Valencia-macchina di Benitez è passato ad essere un giocatore sottovalutato fino alla totale emarginazione nel biennio dell’ Atlético, e compito di Lotina sarà ricostruirne da capo la credibilità.
In porta Aranzubia dall’ Athletic cercherà di invertire un declino prematuro e al tempo stesso potrebbe permettere di risolvere nella maniera più drastica lo scontro Munua-Auoate trascinatosi dall’ anno scorso; Zé Castro lavorerà per accrescere la propria ridotta consistenza difensiva alle spalle del terzetto Lopo-Pablo Amo-Coloccini (ma le ultime danno Coloccini vicinissimo a una cessione in Inghilterra, realtà vista con terrore da Lotina che considera l’ argentino un giocatore-chiave, ma una realtà salutare per le casse societarie).
Ancora due posizioni da coprire: la fascia destra del centrocampo, orfana (fine prestito) del positivo Wilhelmsson della seconda metà di stagione scorsa, e la cabina di regia, che non ha proprietario in una mediana prevalentemente di cursori (sebbene Sergio, persa l’ intensità degli anni migliori, si dia un po’ di arie da regista): qui le notizie sono ottime, visto che il Depor pare avvantaggiato nella corsa al prestito dal Real Madrid di Daniel Parejo, uno dei più promettenti talenti spagnoli. Il miglior acquisto possibile comunque sarebbe indiscutibilmente il pieno recupero di quel sublime artista che è Juan Carlos Valerón, titolare e promosso con buoni voti nelle due sfide di Intertoto (al ritorno ha segnato pure il gol decisivo).
Espanyol
Non si naviga nell’ oro a Montjuic, le possibilità d’ investimento sono limitate e si spera tutt’ al più di trattenere i vari gioielli di casa, i Luis García su tutti. La novità più grande è il cambio in panchina (peccato quest’ addio un po’ freddino con Valverde: il girone di ritorno vergognoso della scorsa Liga ha un po’ annebbiato le cose buonissime viste sotto il suo mandato, indimenticabile cavalcata di Uefa 2006-2007 compresa): non potendosi permetteriemaghi, profeti e Special One, si è optato per l’ uomo di casa, forgiato nella guida delle squadre giovanili, Bartolomé “Tintín” Márquez, il quale ha in mente il passaggio al 4-3-3 e un gioco più basato sul possesso-palla rispetto a quello di Valverde (ma, se ci fate caso, tutti in estate parlano di gioco propositivo e compagnia bella).
Si è acquistato quello che si poteva: sulla fascia sinistra della difesa, il deludente Clemente Rodríguez viene rimpiazzato dal francese Grégory Beranger, messosi in evidenza nel neopromosso Numancia, mentre l’ “organizzatore” (alternativo o complementare a De la Peña, bisognerà vedere) richiesto da Márquez è l’ argentino Román Martínez del Tigre, giunto con buone referenze. Infine, sempre dall’ Argentina, Cristian Álvarez dovrebbe fare il secondo di Kameni fra i pali, mentre José Callejon, 21enne prelevato dalla cantera madridista (capocannoniere dell’ ultima Segunda B, già convocato nell’ Under 21), dovrebbe fungere da rimpiazzo per Tamudo, possedendo simili caratteristiche di opportunista.
Getafe
Una delle campagne acquisti più interessanti, non smentisce la propria tradizione la società presieduta da Ángel Torres, che parla del “miglior organico della storia del club”. Il cambio in panchina ha portato Víctor Muñoz, legato a un 4-4-2 più rigido e attento agli equilibri difensivi rispetto a quello arioso e movimentato di Laudrup. In campo, si investe ancora una volta sulla valorizzazione del talento giovane, associato agli elementi di esperienza già presenti in rosa (Casquero, Belenguer, Contra, Abbondanzieri, Cata Diaz): sugli esterni un arsenale temibilissimo, col promettentissimo Guerron a destra, campione del Sudamerica con la LDU Quito (esterno-ala dalle doti di corsa quasi soprannaturali, punta sempre l’ uomo, spesso gli va via, ma deve anche imparare a essere più concreto e giochicchiare meno) e il confermato (cessione defintiva dal Valencia) Gavilán a sinistra, talento da un po’ troppo tempo in attesa dell’ esplosione definitiva, il quale avrà come concorrente Adrián González, figlio di Michel, promessa personalmente mai troppo convincente. Partirà probabilmente dall’ esterno, ma con tutt’ altre mansioni, Esteban Granero, il cui acquisto definitivo dal Real Madrid rappresenta forse il vero colpo della campagna acquisti, uno dei migliori talenti spagnoli che potrà proseguire la sua crescita in un ambiente nel quale si trova a meraviglia.
Il sostituto di De la Red sarà invece Eugen Polanski, talento tedesco dalle buonissime referenze, mentre in difesa Rafa, buon esordiente l’ anno scorso al Valladolid, va a rimpolpare il settore centrale (l’ anno scorso spesso sguarnito dagli infortuni) assieme al turco Kas.
A tutto questo manca ancora un centravanti di buone garanzie, visto lo scarsissimo impatto di Kepa l’ anno scorso e le caratteristiche di attaccanti di movimento più che di finalizzatori dei vari Uche, Manu e Albin: il nome ricorrente, sul punto di trovare un concreto sbocco, è quello del madridista Soldado.
Málaga
Sperando che non si riveli triste e squallida come quella del film di Verdone, la campagna acquisti del Málaga sembra una rimpatriata fra vecchi compagni di scuola. Torna Antonio Tapia in panchina, tornano Manolo Gaspar e Nacho, torna nella sua città natale Fernando. Nomi di casa ma che sinceramente non fanno fare i salti di gioia, si tratta di giocatori di livello medio-basso e in alcuni casi, come quello di Fernando (e Miguel Ángel, nel casop arrivasse), di giocatori arrugginiti il cui miglior livello è ormai distante anni.
Completano la campagna acquisti José Juan Luque (altro ex, ben conosciuto da Tapia, che lo ha avuto ai suoi ordini nell’ ultima sfortunata stagione al Granada 74, retrocesso in Segunda B), che farà concorrenza a Nacho sulla fascia sinistra del centrocampo e Lolo, canterano del Sevilla utilizzabile sia da difensore centrale che da centrocampista difensivo.
Importante aver mantenuto la linea difensiva della promozione (Jesús Gámez-Hélder Rosario-Weligton-Rossato), cui è stato aggiunto Cuadrado (dal Murcia, non proprio un fenomeno) come centrale di riserva; a centrocampo lascia più perplessi invece lo smantellamento del doble pivote della promozione, Carpintero(“tagliato” da Tapia)-Antonio Hidalgo(colpo del nuovo Zaragoza di Marcelino): se Carpintero è stato rimpiazzato nel ruolo di centrocampista difensivo dal nuovo acquisto Pere Martí (affermatosi come uno dei migliori interdittori della Segunda con la maglia dell’ Elche, dopo aver iniziato nel Villarreal), e si attende di coprire ulteriormente questa posizione con Miguel Ángel (operazione che sembrava conclusa, ma la trattativa col Betis si è complicata nelle ultime ore), il ruolo di organizzatore della manovra ed incursore che contemporaneamente, e con fondamentale importanza, ricopriva Hidalgo rimane ancora vacante in un centrocampo al momento dal profilo troppo difensivo (non è mistero comunque la filosofia di gioco piuttosto prudente di Tapia).
Altri buchi nella rosa, sui quali comunque la società sta lavorando, sono quello dell’ esterno destro di centrocampo e dell’ attaccante: nel primo caso si punta sul ritorno a casa di Juanma, miglior giocatore del disastrato Levante dell’ ultima stagione, il quale sarebbe un gran colpo se dovesse continuare su quegli eccellenti livelli (è questo che conta, non certo il fatto che anche lui sia un prodotto di casa); per quanto riguarda l’ attacco, dato che l’ arsenale dell’ anno passato (Baha-Peragón-Salva) potrebbe non essere a prova di Primera, si cerca di potenziarlo con un nuovo innesto: i nomi più gettonati sono quelli di Ewerthon, per il quale si tratta col Zaragoza, e di Adrián López, assai promettente centravanti dell’ Under 20 agli ultimi mondiali, che il Deportivo vuole ancora mandare in giro a farsi le ossa, dopo averlo già prestato la scorsa stagione all’ Alavés.
Mallorca
La squadra finora più devastata dal mercato. Che Güiza dovesse cercare altri lidi era risaputo, ma al jerezano si sono aggiunti in rapida successione Fernando Navarro, Jonás Gutiérrez (che da tempo tirava la corda per andare in Inghilterra, anche se alla fine è approdato al Newcastle invece che al Portsmouth) e pure il Caño Ibagaza (per una clausola rescissoria ridicola, di un milione e mezzo di euro, prontamente pagata dal Villarreal), genio che ha segnato l’ epoca recente del club alla cui partenza si aggiunge peraltro quella di un gran centrocampista difensivo come Basinas (fine contratto, non ha rinnovato), che, sommata al trasferimento in Russia di Guillermo Pereyra già effettuato alla fine della scorsa Liga, disegna un Mallorca 2008-2009 con l’ arduo e delicatissimo compito di ricostruire gran parte della propria colonna vertebrale, chiave di una squadra che nelle due ultime stagioni aveva saputo abbinare in maniera soddisfacente solidità e inventiva.
Incaricati della difficilissima missione di surrogare Ibagaza saranno i due ex canterani madridisti Borja Valero, non un nuovo acquisto ma grandemente responsabilizzato rispetto all’ interessante scorsa stagione da “dodicesimo uomo”, e Jurado (prestito dall’ Atlético), all’ ultima vera chance per esplodere. Il preoccupante vuoto creatosi davanti alla difesa è stato invece è stato colmato con l’ acquisto di un veterano di sicuro affidamento come Pep Martí, acquistato dal Sevilla dopo mezza stagione di prestito in Segunda alla Real Sociedad, ma la posizione a mio avviso non è ancora del tutto coperta, servirebbe un rimpiazzo di ruolo per l’ ex sivigliano. Scaloni e Ramis possono venire al massimo adattati, mentre Mario Suárez non è un centrocampista difensivo ma un regista, più che altro concorrente di Borja Valero: altro elemento che ha tutto da dimostrare (l’ anno scorso così così al Celta), ha visione di gioco e tocco ma ad oggi sembra un po’ difettare della personalità giusta per affermarsi.
Jonás lascia un vuoto abbastanza chiaro, che sembra difficile possa colmare Óscar Díaz, altro giovane enigmatico, seconda punta o esterno sulle due fasce, 24enne anch’ egli ex promessa della cantera madridista, l’ anno scorso all’ Elche in Segunda ha peraltro giocato pochissimo causa infortunio. Per Fernando Navarro invece due sostituti che tutto sommato dovrebbero assolvere dignitosamente alla funzione: Corrales, terzino di rendimento all’ Osasuna (anche se nell’ ultima stagione l’ affermazione di Monreal gli ha lasciato pochissimi minuti), e il disciplinato Ayoze dal Racing. A destra cambio di figurina, via Héctor dentro Josemi, mediocre per mediocre. Scartato Ballesteros da Manzano, si cerca anche un difensore centrale.
L’ aspetto positivo delle tante cessioni prestigiose sono i tanti denari incassati, e la maggior parte di questi il Mallorca li investirà nell’ acquisto dell’ attesissimo sostituto di Güiza, pur sapendo che i 27 gol di quest’ ultimo sono un evento la cui ripetizione è da considerarsi del tutto impossibile. Intanto ravviva l’ attacco l’ ingaggio esotico di Alhassane Keita, 25enne guineano prelevato dagli arabi dell’ Al-Ittihad: descritto come un attaccante piccolo (1,69) e velocissimo, il dato più interessante della sua carriera è il titolo di capocannoniere del campionato svizzero conquistato nel 2006 con la maglia dell’ FC Zurich.
Numancia
La squadra più umile della nuova Liga (tanto per dire, l’ anno scorso era il quartultimo bilancio della Segunda), comunque discretamente abituata nell’ ultimo decennio al palcoscenico della Primera. Cambiato allenatore (via Arconada dentro Sergio Kresic, croato ma con vastissima esperienza nel calcio spagnolo) rispetto alla promozione, si capisce dai nuovi arrivi quali siano le pretese: il portiere Juan Pablo dal Tenerife, un cavallo di ritorno, l’ ex promessa mancata della Real Sociedad Barkero (esterno sinistro di centrocampo), il terzino sinistro Cisma dall’ Almeria (quello che Emery voleva tagliare la scorsa estate e che rimase solo per mancanza di alternative sul mercato), il centrocampista centrale Dimas dal Barça B (che a 25 anni non è mai andato oltre la Segunda B, e l’ anno scorso si è sciroppato pure la Tercera), e, in attacco, la 21enne incognita Platero dalla seconda squadra del Racing Santander (incognita ad ogni modo stuzzicante, visti i 26 gol realizzati in Tercera l’ anno passato).
Però un paio di innesti interessanti ci son stati: il 23enne Carlos Bellvis dall’ Elche (ma di proprietà del Valencia, che lo ha prestato con diritto di riscatto per il Numancia), terzino ma anche esterno sinistro di centrocampo, un giocatore molto rapido e intraprendente, da seguire, e il 24enne Álvaro Antón, mezzapunta (impiegabile anche sulle fasce) che nel Valladolid non ha mai trovato spazio ma che possiede le qualità tecniche per venire allo scoperto, su tutte un destro straordinariamente sensibile: dopo l’ ottimo prestito al Racing Ferrol a metà della scorsa stagione, ha finalmente la sua chance in Primera, richiesto da Kresic che già lo allenò al Valladolid nel 2004-2005.
Ancora mancano un esterno destro a centrocampo e soprattutto un attaccante, vista la composizione attuale decisamente inquietante (Gorka Brit, Toché, Platero: basta solo dirvi che i primi due nella passata Segunda hanno totalizzato insieme la miseria di 11 gol) del reparto offensivo: si fa il nome di Antonio Guayre, e spero onestamente che sia una soluzione per il primo ruolo…
Osasuna
Semi-immobilismo per una delle squadre che in assoluto ha meno da cambiare, una struttura delineata già da anni e due giocatori per posizione in ogni reparto. Detto del portiere Roberto dallo Sporting e del misterioso centrocampista iraniano Masoud Shojaei dall’ Al-Sharjah, l’ acquisto di maggior rilievo è il prestito con diritto di riscatto di Sunny dal Valencia, che rileva Javi García tornato al Real Madrid. Non farebbe male nemmeno una mezzala più creativa da aggiungere in rosa a Héctor Font, ma sappiamo che non è questo il tipo di centrocampisti che predilige il doble pivote di granito di Ziganda.
Racing Santander
Partito l’ eroe Marcelino verso Saragozza (sempre anticonformista, ma finora anche sempre molto saggio, nelle sue scelte), in panchina approda un’ altra giovane speranza, Juan Ramón Muñiz, messosi in luce al Málaga (prima portato alla salvezza subentrando in corsa nella stagione 2006-2007, poi trascinato verso la promozione la scorsa annata).
Sarà la stagione della storica presenza in Coppa Uefa, ma la linea di mercato resta giustamente quella di un club prima di tutto preoccupato della sopravvivenza. L’ acquisizione più golosa è il prestito dal Villarreal di Jonathan Pereira, un piccolo terremoto nella scorsa Segunda nonostante non ce l’ abbia fatta a salvare il suo Racing Ferrol dalla retrocessione. Un barattolo di 1,65x61 che fa del dribbling facile, della velocità e della rapidità di esecuzione i propri punti di forza: il sottoscritto purtroppo non ha avuto molte occasioni di vederlo negli ultimi anni, ma lo ha cominciato ad “adottare” dall’ Europeo Under 17 del 2004, in quella Spagna (vicecampione) con i vari Cesc, Capel e Piqué, nella quele Jonathan veniva incaricato di dare la scossa a partita in corso. Ottimo ruolino nelle giovanili del Villarreal, nel quale ha già avuto l’ onore di segnare un gol in Primera, in uno scialbo 1-1 casalingo col Levante (di Jonathan fu il gol del pareggio) nella Liga 2006-2007, all’ esordio assoluto nella categoria, solo pochissimi minuti dopo essere entrato in campo e praticamente al primo pallone toccato. Ora a 21 anni ha la prima chance seria, e sarà curioso verificarne la compatibilità con Munitis, essendo entrambi seconde punte adattabili sugli esterni.
Però molto più che ai possibili lampi di una giovane speranza, il Racing dovrà pensare alla solidità della struttura complessiva, e qui c’è ancora del lavoro da fare: il portoghese Zé Antonio, prelevato dal Borussia Mönchengladbach, rimpingua la difesa, ma le questioni da risolvere sono tutte negli altri due reparti.
A centrocampo, la partenza di Duscher è annunciata, ma non per questo cessa di essere un duro colpo, vista l’ importanza per gli equilibri collettivi (e l’ esperienza internazionale, in chiave-Uefa) dell’ argentino, cui bisognerà trovare un sostituto di pari spessore, impresa non facile viste le possibilità economiche del club. Servirebbe anche un giocatore di maggiori garanzie rispetto a Jordi López nel ruolo di regista (il mio suggerimento dello scorso inverno rimane valido: Marc Crosas, giocatore che peraltro avrebbe a mio avviso tutte le carte per restare nella rosa blaugrana), e se la cessione di Duscher venisse ufficializzata e dal mercato dovesse arrivare un solo centrocampista centrale, Muñiz si vedrebbe costretto con molta probabilità a far ricorso ai due canterani Edu Bedia e Canales, peraltro due degli elementi più reclamizzati di una cantera in ottima salute (di Canales abbiamo già parlato qui). Intanto Vitolo torna dal prestito ma la società e lo staff tecnico non ne vogliono sapere nulla del canario, decisione che sul piano puramente tecnico non comprendo.
In attacco, sfumata la cessione di Smolarek al Toulouse, bisogna ancora capire quale sarà la composizione finale del reparto: se Juanjo, di ritorno dal prestito al Sevilla Atlético, convincerà Muñiz in questa pretemporada, allora non ci sarà bisogno di un altro acquisto.
Real Madrid
Francamente non capisco la CristianoRonaldomania. Avendo già gente del calibro di Robinho e Robben (oltre a un Drenthe, che ricordiamolo, ha grandi margini di miglioramento), non si capisce tutta quest’ ansia e questa ennesima telenovela estiva, che come effetto collaterale ha tratto con sé una a mio avviso ingenerosissima svalutazione del patrimonio-Robinho, al di là delle reali (per me fortunatamente scarse) prospettive di cessione del brasiliano.
Ritengo altre le priorità del Real Madrid: innanzitutto un centravanti che possa essere al tempo stesso concorrente, sostituto e successore di Van Nistelrooy (l’ ideale sarebbe Huntelaar, anche se si parla insistentemente di Villa), che non è eterno, poi un paio di interventi mirati a centrocampo. Risiede qui la chiave per migliorare il gioco rispetto alla stagione passata: migliorie già apprezzate nello scorcio finale, con l’ impiego da interno destro di Diarra che ha dato maggior equilibrio alla squadra, evitando quella spaccatura in due tronconi (cinque attaccano-cinque difendono) troppe volte vista nel girone d’ andata, e che andrebbero assicurate magari con un rimpiazzo per il maliano (giocatore con caratteristiche al momento uniche nella rosa), ovvero un giocatore che nello stesso modo possa disimpegnarsi da interno o davanti alla difesa, rendendo più solida la squadra nelle transizioni difensive. Un identikit al quale a mio avviso risponde alla perfezione il zaragocista Zapater.
In fase di possesso il Madrid invece deve crescere parecchio per quanto riguarda l’ elaborazione del gioco a difesa avversaria schierata: qui chiamo in causa Gago, splendido nel Boca ma personalmente mai capace di guidare la manovra merengue con lucidità. Servirebbe un giocatore davanti alla difesa capace di fare da punto di riferimento, con buon senso della posizione e visione di gioco panoramica, bravo a far correre il pallone da un lato all’ altro e dare continuità e fluidità alla manovra: insomma, la fotografia di Xabi Alonso… senza dimenticare comunque l’ importante ritorno dal prestito di De la Red.
Insomma, anche qui le esigenze reali son diverse rispetto a ciò che si legge sulla stampa, e cioè Van der Vaart. Lasciando da parte che ritengo l’ olandese sopravvalutato, devo dire che un 4-3-3 con lui e Sneijder mezzeali mi parrebbe meno equilibrato rispetto a quello con la coppia Diarra-Sneijder, che a Sneijder vanno dati i pieni poteri in fase di creazione del gioco (insieme a Van der Vaart probabilmente avrebbe meno libertà di movimento fino alla trequarti avversaria) e che come trequartista c’è già in rosa Guti (opzione che io vedrei bene soprattutto a partita in corso): Van der Vaart sarebbe un altro sfizio non necessario (in un ruolo nel quale peraltro già è stato lasciato partire un talento fatto in casa come Granero… siamo alle solite), il mio piano ideale per il centrocampo prevederebbe due registi (Xabi Alonso-De la Red, quest’ ultimo utilizzabile in tutte e tre le posizioni del centrocampo), due centrocampisti difensivi impiegabili davanti alla difesa o come mezzeali (Diarra-Zapater), due creatori di gioco con licenza fino alla trequarti (Sneijder e Guti), con Javi García, rientrato dal prestito all’ Osasuna, opzione utilizzabile sia davanti alla difesa che da difensore centrale.
Difesa dove non è certo prioritario ma potrebbe essere consigliabile qualche altro innesto: il numero dei centrali sulla carta è sufficiente, ma Pepe, Heinze e Metzelder hanno una familiarità con gli infortuni sin troppo nota e pure Cannavaro al momento attuale si trova infortunato, oltre ad avere i suoi anni. Forse acquistare un altro centrale (in attesa di Garay, prenotato come successore di Cannavaro per il 2009-2010) sarebbe un eccesso di previdenza, ma non si sa mai.
Recreativo Huelva
È un’ incognita, e non può che essere tale. Società fra le più limitate economicamente della Liga, deve per forza di cose giocare al risparmio e cercare la sorpresa più che il nome affermato, sicuro e costoso. Così Cáceres viene sostituito dal suo ex compagno di squadra al Defensor Sporting Andrés Lamas, Sinama Pongolle lascia il posto a una delle rivelazioni della scorsa Segunda con la maglia del Las Palmas, il 23enne Adrián Colunga (seconda punta ma anche esterno offensivo), e infine Carlos Martins viene sostituito dal 20enne regista argentino Sebastian Nayar, prelevato dal Boca fra una marea di polemiche (il club bonaerense afferma che il giocatore ha firmato con loro, spalleggiato dall’ AFA che nega il transfer, e sulla questione sta intervenendo la FIFA). Come si vede, tre pedine fondamentali della stagione passata sostituite da tre elementi che potrebbero rivelarsi tanto dei grandi colpi quanto dei buchi nell’ acqua (comunque in difesa prima di Lamas era stato acquistato il 27enne centrale della nazionale sudafricana Nasief Morris, il quale ha alle spalle una solida esperienza nel campionato greco).
Confermato il prestito di Ruben (attacco al completo con lui, Colunga, Javi Guerrero ed Ersen Martin, sul quale la società conta tanto per la prossima stagione), dopo un discreto anno al Murcia torna anche César Arzo come pedina spendibile fra difesa e centrocampo, mentre il terzino sinistro Casado, canterano del Sevilla in prestito, è un innesto di sicuro interesse, mancino rapido, attento difensivamente ma con ottimi traversoni nelle corde. Roberto Jiménez è un giovane portiere della cantera dell’ Atlético, ma fra i pali è urgente l’ acquisto di un uomo di esperienza che possa non far rimpiangere Sorrentino, l’ anno scorso uno dei migliori estremi difensori della Liga.
Mancano ancora un esterno di centrocampo, meglio ancora se utilizzabile su entrambe le fasce, e un altro regista, data l’ inesperienza di Nayar.
Sevilla
Smonta e ricostruisci: la filosofia che negli anni ha portato il Sevilla a combinare salute economica e inesorabile crescita tecnica si trova di fronte ad una nuova prova, forse la più impegnativa. Stavolta non vanno via giovani stelle in rampa di lancio (Sergio Ramos e Reyes) o elementi importanti ma comunque prescindibili (Julio Baptista), bensì pilastri veri e propri delle imprese recenti come Daniel Alves e Poulsen, in aggiunta a quel Keita che in una sola stagione si era convertito anch’ egli in totem. Al Sanchez Pizjuan comunque nemmeno stavolta si è drammatizzato, e dai tanti denari incassati (32 Alves+10 Poulsen+14 Keita, queste ultime due cifre corrispondenti alle clausole rescissorie) si è preso spunto per operare una serie di interventi che configurano un Sevilla 2008-2009 quantomeno interessante, con ampie possibilità di lottare per i primi 4 posti. Innesti intelligenti e di prospettiva.
Il sostituto di Keita si chiama Ndri Romaric: profilo tecnico differente rispetto al maliano, Romaric ha origini da mezzapunta (può partire anche esterno a sinistra), un passo meno agile sul breve (pare stia facendo un bel po’ di fatica in ritiro, dove è arrivato pure sovrappeso), minore intensità e resa difensiva, ma più visione di gioco e capacità col pallone tra i piedi, potendo contare su un mancino formidabile. La piazza di Poulsen è ancora vacante, ma non c’è fretta, la società ha il controllo della situazione e a breve dovrebbe chiudere per Duscher: stessa tipologia del danese, centrocampista difensivo, esperto, tosto, tatticamente intelligente, acquisto mirato con l’ intenzione di tener coperta la posizione con un elemento navigato fino a quando Federico Fazio (al momento impegnato con l’ Olimpica argentina), potenzialmente un crack del ruolo, non vi si assesterà definitivamente.
Anche in difesa si nota e si apprezza l’ intento di completare l’ organico e migliorarlo rispetto alle deficienze della stagione passata, nella quale la difficoltà a trovare una linea arretrata stabilmente titolare ha implicato numerose incertezze difensive: innanzitutto il terzino sinistro, ruolo coperto l’ anno scorso solo con giocatori adattati o comunque non pienamente specializzati (i centrali Escudé e Dragutinovic, il destro Crespo) a causa di un’ emergenza dovuta anche a un fattore tragico come la morte di Puerta. Nel ruolo è arrivato quello che forse attualmente il miglior specialista spagnolo (anche se va riconosciuto che il ruolo attraversa una crisi notevole in Spagna), ovvero Fernando Navarro, giocatore che peraltro ha molte caratteristiche per potersi rivelare l’ erede ideale dell’ ex bandiera David Castedo in quanto a regolarità di rendimento ed efficacia difensiva. Anche al centro si tenta di ritrovare stabilità dopo aver accusato parecchio nella scorsa stagione l’ assenza per infortunio del capitano Javi Navarro (il quale purtroppo vede ancora lontano il recupero, rischiando pure il ritiro): Sebastien Squillaci è un elemento di provata affidabilità e di dimensione internazionale, e dovrebbe anche aiutare su quelle palle alte che, in occasione dei calci piazzati, sono state per il Sevilla 2007-2008 la grande pecca, costata carissimo.
Più spinosa la questione della fascia destra: non perché Konko non possa rivelarsi un buon acquisto, ma perché non si tratterà soltanto di sostituire un semplice terzino destro, bisognerà in senso lato surrogare il peso enorme che Dani Alves aveva su tutta la manovra della squadra. Lo ha detto lo stesso Jiménez, non si trova in giro un altro giocatore che organizzi la manovra da quella posizione, Alves era l’ anarchia calcolata che rendeva particolare il 4-4-2 sivigliano, ora a rischio di maggiore prevedibilità con un terzino più logicamente convenzionale come Konko (agisce in verticale e accompagna senza palla sull’ esterno, come ogni laterale difensivo di questo mondo). Per sostituire Alves non potrebbe bastare quindi rimpiazzarlo con una pedina dello stesso ruolo, ma potrebbe occorrere un altro giocatore in grado di accendere la manovra, magari in altre posizioni del campo come la trequarti. Non sembra comunque questa l’ idea del Sevilla, legato da anni a un 4-4-2 senza trequartista, e non sembra nemmeno possa assumere questo compito Lautaro Acosta, promessa argentina che dovrebbe aver l’ opportunità di maturare fungendo da rincalzo di Jesús Navas apportando al tempo stesso qualche movimento differente (dirigenza e tecnico hanno motivato il suo acquisto con i tagli dalla fascia verso il centro che Acosta può fornire in alternativa alla posizione sempre piuttosto larga di Navas).
Sporting Gijon
Praticamente non si sono mossi, si fidano del collettivo della scorsa stagione (oltre che dello straordinario entusiasmo che circonda questo storico club) e aspettano magari le fasi finali del mercato per qualche buona occasione, magari qualche prestito dalle grandi squadre. L’ unico acquisto ufficiale è il portiere Iván “Pichu” Cuéllar, per chi non se lo ricordasse quello che ne combinò di tutti i colori fra i pali dell’ Atlético nel 6-0 casalingo incassato dal Barça nella Liga 2006-2007, ora alla ricerca di una credibilità che possa cancellare quella parentesi entrata nella storia recente degli orrori calcistici. Non è ufficiale ma è praticamente fatta per Maldonado, meteora nel Betis di inizio 2006-2007, frillino di fascia destra (ma anche seconda punta). Mancano “un delantero centro” di categoria, un terzo uomo che concorra con Matabuena e Michel per il doble pivote a centrocampo (Preciado chiede Diego Camacho) e magari anche un jolly per la trequarti.
Valencia
Bravo chi ci capisce qualcosa. L’ azionista di maggioranza Soler nomina gestore del club Juan Villalonga (ex presidente di Telefónica) promettendo un aumento di capitale dal quale dipenderebbe la conferma di Villa e Silva e il mantenimento di un Valencia ambizioso, poi però si rimangia la parola. Villalonga in conferenza stampa parla di un debito di 780 milioni, Soler lo smentisce e lo caccia, cedendo la presidenza a Vicente Soriano, il quale subentra nella carica dopo i pochi mesi di Agustin Morera (ma Villalonga continua a mirare al pacchetto di maggioranza). Nel mentre, fa le valigie Xabier Azkargorta, che era diventato Direttore Sportivo (con competenza sulla campagna acquisti) nel breve interregno di Villalonga, scavalcando Juan Sánchez, Segretario Tecnico che aveva fatto compiuto le prime mosse di mercato (ad esempio l’ ingaggio di Emery) fra fine Maggio e inizio Giugno. Ora, rivoluzionato il consiglio direttivo, Soler dichiara ufficialmente di allontanarsi dalla guida del Valencia… siamo al caos puro e semplice, non si sa quale direzione il club intenda prendere, alle soglie di una gravissima crisi finanziaria per le spese scellerate e improduttive degli ultimi anni. Soriano assicura che le stelle non se ne andranno (le stesse cose che diceva Villalonga…), che anzi verranno tre acquisti (fra questi quasi sicuramente un portiere, posizione coperta maluccio da Hildebrand e malissimo da Cañizares, finalmente partente), nel mentre si parla della vendita del Mestalla e di altra possibile liquidità da reperire, ma i contorni della crisi finanziaria (ampiamente annunciata) non sono ancora del tutto chiari nella loro estensione, e le possibilità di un ridimensionamento drastico e magari anche letale sono più che mai reali (Villalonga ha utilizzato la delicata metafora del malato terminale per descrivere la situazione societaria), essendo filtrate dagli ambienti dirigenziali voci che parlano di un Valencia non più che da metà classifica.
Probabilmente ci avrà visto giusto il solito Marcelino: già l’ estate scorsa rifiutò il Betis per un Racing con minor disponibilità economica ma linee-guida molto più chiare, qualche mese fa invece a quanto si dice l’ attuale nuovo tecnico del Zaragoza, opzione iniziale di Juan Sánchez per la panchina, rifiutò proprio il Valencia, spaventato dalle probabili cessioni delle stelle, dal caos e dall’ aria di smobilitazione generale.
In tutto questa baraonda una grande promessa della panchina come Unai Emery rischia di venire bruciata… è capitato di leggere cose allucinanti, come un interesse improvviso di Villalonga per Aragonés (già accasatosi al Fenerbahçe), cosa che vogliamo intendere come una mera invenzione giornalistica, altrimenti il buon Unai avrebbe tutto il diritto per salutare anzitempo la compagnia. Paralizzata la situazione ai vertici e ancora tutte da chiarire le reali disponibilità finanziarie, il Valencia non si è praticamente mosso sul mercato, tutt’ al più accogliendo il ritorno dei numerosi giocatori a fine prestito (fra i quali spicca Pablo Hernández come novità più interessante) in una rosa attualmente sovraffollata. L’ idea di Emery, qualora lo lasciassero lavorare e non gli vendessero i migliori giocatori, sarebbe quella di riprovarci con gli stessi dell’ anno scorso (ancora da decidere la posizione di Albelda, che ha giocato la prima amichevole col Bochum pur essendogli stato chiesto di cercarsi un’ altra squadra), nell’ intento di rigenerarne qualcuno (nel calcio del tecnico basco rivestono grande importanza la spinta dei terzini e il centravanti-boa, per cui sarebbe cruciale un recupero di Del Horno e Miguel sui migliori livelli e si potrebbe anche vedere un maggiore utilizzo di Zigic rispetto alla passata stagione) e di tentare magari di impiantare anche un gioco più offensivo e gradevole rispetto quanto non sia stato abituato il Mestalla negli ultimi anni. Tanti auguri caro Unai, ne hai bisogno.
Valladolid
Si tenta di arricchire il collettivismo spinto di Mendillibar aggiungendo quella qualità che serve per sbloccare le partite laddove non arriva la sola intensità (chi ha visto questa squadra nell’ ultimo campionato sa bene di cosa parlo: ricorrenti fasi di dominio nella metacampo avversaria coronate al massimo da una lunga serie di calci d’ angolo): l’ anno scorso il solo vecchio Víctor poteva avere i lampi giusti, ora arrivano nomi di sicuro rilievo come Canobbio, mancino non regolarissimo ma squisito rifinitore nei periodi giusti, ed Escudero, “regalo” in prestito dal Villarreal, giocatore apprezzatissimo dal sottoscritto, un esterno sinistro-trequartista con una calamita al posto del sinistro e un gioco di gambe molto rapido sul breve, il quale con Jonathan Sesma andrà a comporre un assortimento di fascia sinistra assolutamente invidiabile in un contesto di bassa classifica.
Se in queste zone il Valladolid 2008-2009 ha sicuramente accresciuto il proprio livello, in altre però non mancano i dubbi, e anche grossi. La fascia destra ad esempio, orfana del talento di Sisi, rimane per il momento affidata al solo argentino Aguirre (prestito rinnovato dal Lanus dopo una mezza stagione che ha convinto Mendillibar), in attesa di un ulteriore irrinunciabile rinforzo (De Mul?). È sull’ attacco comunque che convergono i punti interrogativi più grandi: partito il bomber-garanzia Joseba Llorente, estrarre più di 10 gol da un arsenale offensivo limitato ai soli Goitom e Ogbeche pare impresa difficilissima, a meno che Goitom sia quello del Ciudad de Murcia e non il suo gemello brocco visto l’ anno scorso al Murcia. Un punto delicatissimo questo dell’ attacco, per una squadra che già l’ anno scorso soffrì oltre il dovuto (in rapporto alla mole di gioco) proprio per la difficoltà nel concretizzare: serve un’ altra punta, e di spessore, per salvare la pelle.
In difesa il giovane Rafa viene rimpiazzato dall’ esperto Luis Prieto, forse arrugginito dopo gli ultimi anni in ombra all’ Athletic e dopo aver già dato il meglio di sé ai tempi di Valverde. Justo Villar in porta era cercato già lo scorso Gennaio, ma l’ avvenuta esplosione di Sergio Asenjo potrebbe defilare l’ estremo paraguaiano nel ruolo di secondo portiere. Si cerca infine un quarto centrocampista centrale che, finito il prestito di Diego Camacho, si disputi i due posti da titolare con Álvaro, Borja e Vivar Dorado (non vanno comunque dimenticati i tanti canterani portati in ritiro da Mendillibar, da qui potrebbe saltare fuori qualche soluzione).
Villarreal
Mercato mirato non solo a questa importante stagione, ma anche al futuro, col consueto acquisto di giovani talenti da prestare a destra e a manca (Escudero al Valladolid, l’ uruguaiano Robert Flores al River Plate). Si prosegue suilla strada del mix di esperienza e gioventù: Edmilson sa cos’è la Champions League e sa anche come si vince, giocatore solido e di grande spessore tattico fra difesa e centrocampo; Ibagaza meritava un’ altra chance ai piani alti, e la curiosità risede nel verificare come verrà impiegato nell’ affollamento un po’ eccessivo del centrocampo (da finto esterno, ruolo dove c’è già la concorrenza ampia e qualificatissima di Cazorla, Pires, Cani e Matias Fernández, o da centrocampista centrale con ampia libertà? Propendo per la seconda ipotesi, vista anche l’ esperienza fatta al Mallorca nel ruolo); Joseba Llorente sembra tagliato per il ruolo di punta senza pretese di titolarità ma pronto quando richiesto a togliere le castagne dal fuoco col suo opportunismo, sostituto del partente Tomasson in questa particolare funzione.
Il giovane invece è Jozy Altidore, attaccante americano assai interessante per il connubio di forza fisica e mobilità su tutto il fronte d’ attacco: doveva andare in prestito anche lui, ma pare stia convincendo Pellegrini a tenerlo.
Acquisti interessanti, ma qualcosa manca: sebbene Pellegrini dichiaratamente preferisca un gioco dalle traiettorie molto accentrate, qualche alternativa in più sugli esterni l’ avrei gradita. Il parco-terzini assicura accompagnamento costante della manovra ma mai troppa profondità, e Capdevila non ha una riserva di ruolo. Inoltre a centrocampo può non rivelarsi positiva la rinuncia aprioristica ad esterni puri in grado di allargare il gioco senza bisogno di chiamare sempre in causa i terzini (aspetto questo che può offrire qualche punto di riferimento di troppo agli avversari, che possono aspettare di rubare palla e attaccare gli spazi alle spalle di questi, come visto in alcune gare la stagione passata): Marquitos va di nuovo in prestito, alla Real Sociedad (il ragazzo tarda a esplodere, ci si aspettava di più l’ anno scorso al Recre), ed Escudero invece va a Valladolid a farsi ossa che in realtà son già formate (c’è anche una questione di esubero di extracomunitari in rosa per l’ argentino, ma l’ ex Velez avrebbe offerto soluzioni attualmente assenti nella rosa di Pellegrini).
In attacco poi, non avrei visto male nemmeno un giocatore un po’ più prolifico e minaccioso per gli avversari rispetto a Guille Franco, un attaccante anche di elevato spessore (ma ve l’ immaginereste un Diego Milito in questa squadra, eh?) che avrebbe potuto accendere una sana concorrenza con Nihat e Rossi per i due posti di titolare, lasciando al solo Llorente il ruolo di ruota di scorta.
Infine la cessione di Cáceres non passa senza lasciare tracce: manca quel centrale rapido e aggressivo che avrebbe potuto permettere di giocare all’ occorrenza con una linea difensiva più alta. Invece Cygan, che era destinato giustamente a fare le valigie, rimarrà.
Etichette: Calciomercato